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venerdì 27 gennaio 2017

La Memoria. Gandino e i giusti.


Oggi è il “Giorno della Memoria”.
Istituito nel 2005 dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite come commemorazione delle vittime dell'Olocausto. Il 27 gennaio, perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, liberandolo, mostrando al mondo l’orrore di quel campo. Un orrore che ci riguarda da vicino.
La Shoah, accaduta nel cuore dell’Europa, non riguarda soltanto il popolo ebraico, ma l’intera umanità, richiamando alle responsabilità tutte le nazioni. Per questo dobbiamo impedire che lo scorrere del tempo possa affievolirne la memoria.
E ricordare che il tutto non iniziò con le camere a gas, ma proprio dividendo le persone tra “noi” e “loro”.
Cominciò con discorsi di odio e intolleranza per sfociare con centinaia di decreti e regolamenti che di fatto limitavano la vita degli ebrei sotto tutti gli aspetti, pubblici e privati. Non solo leggi statali. Funzionari regionali, provinciali e municipali, di propria iniziativa, emanarono nei loro territori molti altri decreti che escludevano in modi diversi gli ebrei dalla vita del resto della comunità.
Vennero penalizzate fortemente le “attività ebraiche” nella professione medica e in quella legale. La città di Berlino proibì agli avvocati ebrei e ai notai di lavorare su materie legali; il sindaco di Monaco vietò ai medici ebrei di curare pazienti non-ebrei.
Venne revocata la licenza ai commercialisti ebrei; impedito ai “non ariani” di frequentare le scuole e le università pubbliche; licenziati gli impiegati civili ebrei dell’esercito e proibito agli attori ebrei di esibirsi, a teatro come sullo schermo. In molte città, gli Ebrei non potevano accedere a determinate zone definite “ariane”. Cartelli con la scritta " juden sind hier nicht erwünscht", gli ebrei qui non sono desiderati, si potevano vedere sulle porte delle biblioteche pubbliche, piscine, teatri e cinema, così come alcuni ristoranti e negozi. Persino le panchine portavano la scritta “Nur für Arier”, "Solo per ariani".
Anni bui, che ci devono insegnare che dall’odio, dall’intolleranza può nascere solo l’orrore. E l’Olocausto è lì a dimostrarlo.
Per questo dobbiamo impegnarci tutti a costruire e a difendere una democrazia che al proprio interno consideri le alterità, le diversità di religione e di razza come patrimonio prezioso. In quegli anni ci fu anche chi cercò di aiutare gli ebrei a sfuggire alla deportazione. Oggi, i non-ebrei che hanno agito a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista, vengono chiamati “Giusti tra le Nazioni”. Un’onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem, fin dal 1962.
 Ed è una cosa che riempie il cuore sapere che un piccolo comune della mostra provincia, Gandino, è la località italiana con la massima densità demografica di Giusti fra le Nazioni. Sono sei quelli riconosciuti degli oltre cinquanta effettivi, su 5000 abitanti registrati al tempo dell'occupazione tedesca.
 “Colui che salva una sola vita, salva il mondo intero”, recita uno dei testi sacri dell’ebraismo.
Per questo il testimone della memoria deve passare di generazione in generazione. Con scritto sopra a caratteri cubitali: “Mai più”.

Johannes Bückler

27 Gennaio 2017 - Corriere della Sera - Bergamo - Leggi qui >>>>>

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