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sabato 13 ottobre 2012

Piccole considerazioni legge stabilità.


Caro Direttore,
difficile dare una valutazione sulla nuova legge di stabilità senza ripensare a quello accaduto nei mesi precedenti.
Mesi in cui sono stati chiesti enormi sacrifici ai cittadini (non a tutti per la verità).
Così, se da un lato possiamo definire indispensabile la riduzione delle aliquote IRPEF, dall’altro lascia perplessi il nuovo aumento di un punto percentuale dell’IVA previsto da luglio 2013; soprattutto se si pensa che è stata ritoccata anche l’aliquota agevolata del 10%.
Lo ritengo un errore.
Certo, trasferire il prelievo dalle persone alle cose è certamente lodevole, ma in un momento in cui si spera di far ripartire i consumi a cosa serve questo spostamento se poi (per i cittadini) si fa a saldo zero?
Incredibile poi che si dica “Sotto i 7.500 euro, che è la soglia di no tax area, non accade nulla”.
Proprio nulla direi di no, visto l’aumento IVA che dovranno comunque subire.
A queste persone non si è pensato oppure mi è sfuggito qualcosa?
Insomma, alcune cose positive e altre meno.
(Sul provvedimento “cieli bui” c’è poco da essere ironici. Chiedersi invece perché in questo Paese ci sia sempre bisogno di legiferare sul buon senso).
Comunque al di là di valutazioni che spesso sono dettate dal tifo (il passaggio parlamentare potrà comunque modificare il tutto), una cosa dovrebbe farci riflettere: in un Paese dove i politici (e non solo) continuano a non volersi tagliare compensi e privilegi, mentre il Governo tocca persino le pensioni di guerra e i permessi di chi assiste disabili, che Paese è?
Un caro saluto
Johannes Bückler

martedì 14 febbraio 2012

Evasione fiscale e risorse.


Caro Johannes Buckler,
non c’è persona di buon senso che non si auguri il pieno successo del governo presieduto dal Sen. prof. Mario Monti nell’immane compito di rimettere ordine nei conti, abbattere il debito pubblico e aumentare significativamente la crescita con il parallelo abbassamento del considerevole numero dei disoccupati.
Ma – tu lo sai - non ci sono alternative: per riuscire in tale impresa ciclopica occorrono risorse. Bisogna cioè che tutti paghino le tasse e che quindi evasione ed elusione vengano ridotte ai minimi termini.
Ho letto il tuo libro e mi rendo conto che non è un compito facile ove si pensi, per cominciare, alla resistenza opposta dalle varie corporazioni (farmacisti, tassisti, notai, avvocati, benzinai, commercialisti, gestori di litorali demaniali, ecc. ecc.) che si ostinano a voler mantenere inalterate le loro posizioni di effettivo privilegio, bloccando di fatto l’inserimento di forze giovanili nel circuito produttivo.
Ma non è tutto.
C’è anche la burocrazia che soffoca lo sviluppo, così come c’è la malavita organizzata – a livello periferico e ai livelli alti dei pacchetti azionari - che non è da meno.
Ma non è ancora tutto.
Una delle più diffuse e cospicue aree di evasione – tu, Johannes, sai anche questo – è quella che scorre in tutti i rivoli delle attività quotidiane.
Che si faccia una ristrutturazione edilizia, una causa civile o penale, un intervento medico/chirurgico, una protesi a pagamento, si richieda una prestazione ad un idraulico, a un elettricista, a un tappezziere e così via dicendo, la domanda che, all’atto del pagamento, ci si sente invariabilmente rivolgere è sempre la stessa: “Le serve la ricevuta?”
Tu resti interdetto e non rispondi, ma quello incalza: “Perché se vuole la ricevuta il prezzo è tot, se invece non le serve il prezzo diminuisce del 21%”.
E’ chiaro che occorre un altissimo senso del dovere per pretendere la ricevuta. Ma non dobbiamo nasconderci dietro un dito.
Dobbiamo ragionevolmente ammettere che di fronte a cifre che ognuno giudica di qualche interesse, la tentazione di rifiutare la ricevuta è fortissima e diffusissima.
E quindi, considerata in scala, l’evasione assume proporzioni inimmaginabili. (Apro una parentesi per domandarmi perché mai le ricevute delle varie prestazioni non possano venire dedotte in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi. Tu, Buckler, me lo sai dire?).
Mi sovviene in questo istante che vi è un settore che non è neppure sfiorato o quasi dall’idea di rilasciare lo scontrino fiscale: è quello dei mercatini itineranti, la cui cifra d’affari annua è stata calcolata, pensa, in circa 15 miliardi e l’evasione in proporzione.
Ma si potrebbe continuare.
Di fronte a un panorama tanto affollato di soggetti potenzialmente inclini all’evasione e al godimento di privilegi e dunque agguerrito, sembrerebbe naturale – a malincuore, credimi – nutrire qualche incertezza sulla positiva riuscita dell’impresa del governo.
Invece ad esso noi tutti dobbiamo fare non soltanto gli auguri di pieno successo, ma incitarlo a proseguire nei suoi sforzi e ad estendere i provvedimenti ad altre categorie provviste di sostanze e di privilegi.

Lorenzo Milanesi

Lettera pubblicata sul Corriere della Sera domenica 12 febbraio 2012.

martedì 10 gennaio 2012

Riflessioni sui Bückler.

Cari amici che vi identificate nel Buckler pensiero, leggere il deluso rimprovero mosso al nostro "ispiratore" dal 'Buckler padano' mi induce a riflettere su chi siamo.
Ritengo persone assai diverse da tantissimi punti di vista, ma accomunati da uno spiccato senso civico e dal forte anelito di vedere migliorata la società in cui viviamo e che lasceremo ai nostri discendenti.
Obiettivi immensi, forse utopici, ma e' più forte di noi: non possiamo fare a meno di crederci. Obiettivi, peraltro, limitati ad un ambito ben definito, sicuramente comprendente la legalità in senso lato, il rifiuto degli sprechi e dei privilegi, ma particolarmente indirizzato alla lotta all'evasione fiscale, uno dei mali più profondi che attanaglia da sempre la nostra società: lo dicono tutti gli economisti ed esperti vari (italiani e stranieri), tutti i politici, da sempre (tra il dire e il fare...), le più alte autorità della Chiesa; lo gridano, sdegnati, i contribuenti onesti, cioè quelli che pagano quanto dovuto per legge non solo perché obbligati (dipendenti), ma anche (non siamo ancora in tanti) perché ritengono che, indipendentemente da ogni altra considerazione, la dignità personale di membro di una collettività non ammette compromessi: ognuno deve fare la propria parte, leone, elefante o colibrì che sia (ce lo ha insegnato Johannes).
Ampia premessa per arrivare a dire che, non potendo ne volendo farci carico di tutti i mali della società, cerchiamo di non perdere di vista il nostro obiettivo primario e, pertanto, dobbiamo solo plaudire al blitz di Cortina.
Che abbia avuto anche un forte contenuto mediatico e' indubbio.
Ma chi meglio di noi può apprezzare che tutto serve per far arrivare "il messaggio"?
Per troppo tempo la "comunicazione ufficiale" ha fatto strizzatine d'occhio agli evasori e se, di colpo, qualcuno dei refrattari alle regole avesse la sensazione che le cose stanno cambiando, non sarebbe tanto male.
Che dire, poi, dell'effetto (psicologico) indiretto sulla massa dei colpiti dalle varie manovre economiche necessarie ma ritenute da tanti poco incisive su chi più può?
Più in concreto, il nostro plauso deve andare a questa (la prima, auspichiamo e dobbiamo pretendere, di una lunga serie) manifestazione di nuova "volontà politica" verso la lotta all'evasione fiscale.
E altrettanto fermamente, dobbiamo respingere ogni tentativo di depistaggio: sicuramente ci sono altri modi di affrontare il problema, ma questo funziona.
Troppi ricchi "non ufficiali" fanno vita da ricchi.
Nessuna invidia nei loro confronti, ma intolleranza assoluta per il loro 'parassitismo': chi e' più capace e fortunato (e, magari, si impegna di più) ha ben diritto di beneficiare di condizioni di vita migliori rispetto ad altri ma in modo significativo deve contribuire alla cosa comune.
Chi, al contrario, avendo di più si nasconde dietro "l'anonimato reddituale" lasciando il peso della contribuzione sociale, anche quella di propria competenza, ai più "fessi", non merita alcun rispetto.
Per quanto in nostro potere dobbiamo emarginare la lunga teoria di personaggi che si affannano a svilire, quando non a denigrare, questa iniziativa dell'agenzia delle entrate: pubblici amministratori, politici, rappresentanti di categorie economiche, imprenditori, attori, giornalisti (?), tranne poche eccezioni, hanno fatto a gara per connotare di ogni negatività la presenza a Cortina dei verificatori fiscali.
Sappiano che tanta "indignazione", agli occhi di più, otterrà l'effetto contrario.
quanto riguarda noi Bückler, dobbiamo fare quadrato e, pur nelle diversità individuali, ritrovarci compatti sui "fondamentali".

Con la speranza di trovarvi d'accordo, vi saluto cordialmente.

Samuel Adams