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mercoledì 5 ottobre 2011

Il legittimo impedimento del Capo del Governo a non poter partecipare ai processi in cui è parte interessata, si estende anche ai suoi difensori. Infatti quando gli stessi svolgono contemporaneamente la libera professione (in questo caso l'avvocato) e quella di parlamentare, capita spesso di non poter essere presenti alle udienze per legittimo impedimento.

Potrebbe essere questo uno dei tanti motivi per impedire a chi ha scelto di servire lo stato di svolgere una seconda attività. Il parlamentare dovrebbe svolgere solo la funzione per cui è eletto e pagato, rinunciando, per il periodo dell'incarico, a svolgere qualsiasi altra attività professionale.


Rino Impronta

lunedì 26 settembre 2011

Se la BCE non svela la sua missiva

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Caro direttore,
non voglio entrare nel merito della manovra appena approvata e nemmeno della prossima (perché questa non può portare certo a un pareggio di bilancio).
Voglio parlare invece della ormai famosa lettera che la Bce ha inviato al nostro governo ai primi di agosto per sollecitarci ad attuare provvedimenti pena il mancato e futuro acquisto dei nostri titoli di Stato. Essendo a conoscenza della decisione della Banca centrale europea del 4 marzo 2004 (Bce 2004/3) in cui (all' articolo 1) «si concede la visione di tutti i documenti Bce le cui decisioni sono prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini», ho fatto richiesta di una copia della lettera. Gentilissimi, come sempre, hanno subito preso in carico la mia richiesta ed entro il termine di 20 giorni previsto mi è stata inviata la risposta che allego (vedi sotto), comune ai tanti che ne hanno fatto richiesta. Nella stessa mi viene riferito che non è possibile la divulgazione della lettera in quanto «recherebbe pregiudizio ai mercati» (detto in parole povere).
Non soddisfatto della risposta, perché ritenevo che non rientrasse nelle eccezioni previste dalla loro decisione, ho rifatto richiesta, questa volta, al Comitato esecutivo della stessa Banca centrale europea (come previsto dalla decisione di cui sopra) e nei giorni scorsi mi è arrivata la risposta a firma del presidente Jean-Claude Trichet. Nella stessa vengo informato e mi viene ribadito che la divulgazione della lettera «recherebbe pregiudizio alla tutela dell' interesse pubblico in relazione alla politica monetaria dell' Unione». Ora. Io da italiano posso accettare tutto, ma essere preso per i fondelli mi urta un pochino. Prima domanda. Se la lettera era «confidenziale» come mai ne è stata comunicata l' esistenza in una conferenza stampa da parte del nostro governo? Se lei, caro direttore, ricevesse una lettera confidenziale lo scriverebbe sui giornali?
Seconda domanda. Come è possibile che, mentre l' attuazione di provvedimenti contenuti nella lettera tendevano a calmierare i mercati, la sua divulgazione avrebbe l' effetto opposto? A questo punto, come cittadino che non capisce, mi sento autorizzato a pensare che quella lettera non esista e non sia mai esistita. Alla richiesta d' interventi per tranquillizzare i mercati, qualcuno si è sentito autorizzato a inventarsi una famigerata lettera di richieste da parte della Banca centrale europea per ammorbidire e attenuare la prevista perdita di consenso e questo, se mi consente (sta a vedere che mi sono montato la testa), è molto grave.
Naturalmente ho risposto alla Bce nello stesso modo descritto sopra. Attendo sviluppi.

Un caro saluto

Johannes Bückler

p.s. Spero che la mia testardaggine e la pubblicazione di questa lettera non portino turbolenze sui mercati e non inducano le agenzie di rating a declassarci. Vuoi mai, nel caso accadesse, che qualcuno possa inventarsi la favola che la colpa è da attribuirsi ai media.

mercoledì 14 settembre 2011

Diritti e iniquità, la pensione della mia vicina

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Caro Direttore,
negli ultimi tempi si è parlato molto della necessità di toccare le pensioni per adeguarle agli altri Paesi europei. Quando Bückler sente parlare di adeguare questo, adeguare quello agli altri Paesi (vedi innalzamento dell’età) si pone sempre la domanda: «Come mai dobbiamo adeguare solo quello che fa comodo a qualcuno e il resto no: gli stipendi degli onorevoli alla media europea, quelli no vero?». Per quanto riguarda il tema delle pensioni o della richiesta di sacrifici in questo momento, chissà come, chissà perché, mi viene sempre in mente la vicina di casa, mia coetanea, in pensione da oltre 22 anni. Certo, mica ha fatto niente d’illegale, anzi. Ha approfittato di anni in cui i dipendenti pubblici godevano di un trattamento pensionistico estremamente favorevole. Potevano, infatti, andare in pensione dopo 20 anni di anzianità invece che i 35 dei privati, e le donne con marito e figli anche dopo 15. E non era finita qui. La giovane età consentiva quasi a tutti di intraprendere un nuovo lavoro e spesse volte in nero.

Perché dico questo. Parliamoci chiaro, i diritti acquisiti sono acquisiti. I contratti sociali vanno rispettati. Però, in un momento come questo, dove vengono chiesti sacrifici a tutti. Scusate, nella fretta ho sbagliato a scrivere. In un momento dove sono chiesti sacrifici ai soliti noti, non sarebbe il caso di chiedere un piccolo contributo, questo sì di solidarietà, alla mia vicina di casa e a chi come lei sta prendendo la pensione da oltre 22 anni sperando che la possa prendere per altri 30 o 40 anni?

Se io fossi un giovane che sta versando contributi, mi porrei la domanda: «Perché devo versare i contributi per pagare le baby pensioni, le super pensioni, le doppie e le triple pensioni? Perché devo pagare le pensioni di parlamentari che hanno lavorato in Parlamento solo pochi anni?» (sulla parola "lavorato" intravedo dell’ironia in voi lettori). Per quanto riguarda il contributo ipotizzato, se proprio non è possibile, qualcuno può dire alla mia vicina di casa di non mettere sempre la parola «equità» in ogni discorso che affronta? Grazie.

Un caro saluto.

Johannes Bückler

domenica 4 settembre 2011

Gli economisti? Certi con due anni di ritardo


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Caro Direttore,
l' arrivo di questa nuova lettera avrà creato in lei e nei suoi lettori (ne sono certo) la curiosità di conoscere il pensiero del cittadino Buckler (ricorda? Quello che non capisce) su quello che sta accadendo in questi giorni. La domanda sarà: "Chissà cosa avrà da dire Buckler sull'iter di questa manovra". NIENTE, ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Perché dovrei commentare questo teatrino della politica, per cui un giorno lo metto, un giorno lo tolgo, un giorno lo rimetto, un giorno lo ritolgo, sto provvedimento, senza dirci una buona volta come diavolo la vogliono fare sta maledetta manovra. E mi raccomando, da parte di tutti, nessun pensiero del tipo «ehi, sta parlando degli altri», perché sul palco del teatrino si sono accomodati tutti, nessuno escluso. Niente, non dirò niente fino a quando finalmente uscirà il testo definitivo E FINALMENTE SAPREMO (neanche fossero i segreti di Fatima).
Perché, caro Direttore, se devo dirle la verità, a Buckler in questi giorni, sono passati nella testa tanti brutti pensieri che se, riportati sulla carta, non sarebbero stati altro che una serie di parolacce, insulti, improperi, offese, imprecazioni che non sarebbe bastato l' intero suo giornale a raccoglierle tutte (non ho fortunatamente pensato parole blasfeme perché vuoi mai che se finisco all' inferno rischio di ritrovarmeli di nuovo tutti lì). Oggi volevo parlarle invece di una delle categorie più ascoltate e potenti degli ultimi anni: gli economisti. Una premessa: ritengo gli economisti italiani i migliori. Non è piaggeria, ma quello che penso. Certo, hanno qualche vantaggio in più rispetto agli altri. L' Italia è un Paese con i conti pubblici talmente incasinati che una scuola migliore non potrebbero avere. Infatti, essendo i migliori, alle finanze abbiamo messo un fiscalista (per non farci mancare niente). Adesso ci manca solo che un fiscalista annunci una lotta all' evasione e siamo a posto. Tornando agli economisti, credo di aver trovato una definizione che meglio spieghi cosa sia un economista. Si tenga. «L' economista è quella persona che ti dice due anni dopo cosa era meglio fare due anni prima». Perché non sarà normale che oggi ci vengano a dire che forse Washington avrebbe fatto meglio a salvare la Lehman Brothers invece di lasciarla fallire scatenando un terremoto sui mercati. Non è possibile che mai una volta riescano a dirci prima cosa accidenti succederà l' anno dopo, ma sempre almeno due anni dopo. Qui qualcosa non torna. Le faccio una domanda : dove nascono e succedono i più grandi casini economici del mondo? Credo che la risposta sia per chiunque «dagli Stati Uniti». E allora come diavolo è che il premio Nobel dell' Economia viene sempre assegnato (a parte Modigliani, un italiano appunto) a economisti degli Stati Uniti? Qualche dubbio, sulle persone che assegnano i Nobel, nasce, non crede? Certo, una certa incoerenza nei giudizi si vede per esempio anche nei Nobel per la Pace. Obama, che non si ricorda nemmeno lui quante guerre ha in ballo per il mondo, messo lì con Madre Teresa di Calcutta e la Croce Rossa.
Con tutto il rispetto, (non si offenda Obama), qualche piccola differenza esiste. Come è successo che negli anni in cui si è scatenata la crisi, gli americani abbiano vinto il Nobel per l' economia con tutto quello che hanno combinato? E cosa avremmo dovuto dare allora alle donne, casalinghe e non, che sono riuscite a far quadrare i conti in quegli anni di crisi con 800-1.000 euro al mese? Ehi, mi è venuta un' idea: qualche casalinga disposta a far quadrare conti di uno Stato? Riconoscenza garantita.

Un caro saluto

Johannes Bückler

P.S. Della serie "al peggio non c' è mai fine", dal 1 settembre è entrata in vigore la famigerata Legge Levi, per cui non si potranno applicare sconti sui libri superiori al 15% del prezzo di copertina. Posso capire tutto, ma in un Paese dove già si legge poco, questo fa pensare che qualcuno veramente giochi contro.

martedì 30 agosto 2011

«Io, Bückler, ovvero il cittadino che non capisce»


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Caro direttore,
dopo aver ricevuto centinaia di mail (sto rispondendo a tutti, perché credo sia giusto, ma che fatica) ho pensato di scriverle una nuova lettera. Dovevo farlo per dare voce a tutta la gente che mi ha scritto.
Ma chi è veramente Johannes Bückler? Bückler non sono solo io.
Bückler è il cittadino onesto che non capisce perché, se l'onestà paga, a vivere meglio è spesso chi onesto non lo è. Bückler è il cittadino che non capisce come mai lo Stato, se è in difficoltà, non cominci a chiedere di più a chi ha di più e non sempre a chi dichiara di più. Bückler è il cittadino che si chiede perché una parte del Paese non paghi le tasse («perché la politica disperderebbe altri soldi dicono»), ma continua a utilizzare strade, scuole, ospedali senza dare niente in cambio. Bückler è il ristoratore onesto che, oltre a fare il miglior caffè della zona, non dorme la notte per pagare le tasse e adempiere a tutti gli obblighi fiscali, mentre il ristoratore vicino dorme tranquillo, gira in Suv e un motivo ci sarà pure. Bückler è il cittadino che sente parlare continuamente di informatica, nuove tecnologie e non capisce perché non si riescano a incrociare quattro dati tra database per aiutare la lotta all' evasione. Bückler è il cittadino stupito, che ascolta in Tv un sottosegretario proporre un condono tombale al quale, secondo lei, «aderirebbero oltre 20 milioni di italiani» mentre di tombale dovrebbe esserci solo la sua carriera politica. Bückler è il cittadino con il mal di denti che si sente fare un preventivo di 4.000 euro, «però senza fattura risparmia il 20%» e non capisce perché lo Stato non metta in piedi questo benedetto conflitto di interessi. Bückler è l' invalido che non comprende perché qualcuno gli stia portando via risorse con una falsa invalidità. Bückler è il cittadino malato, che si sente rispondere dalla stessa struttura «per l' esame ci vogliono sei mesi, però se lo fa privatamente domani mattina è libero» (Pensate una parolaccia, quella che volete). Bückler è il pensionato stanco, che non capisce perché dopo una vita abbia in mano nella sala d' aspetto di un ospedale, per prenotare una visita medica, un biglietto con scritto «112 persone davanti a lei». Bückler è il pensionato che si chiede come mai venga pian piano isolato, quando potrebbe essere una grande risorsa per questo Paese. Bückler è il cittadino giovane, che vorrebbe avere una voce in capitolo quando si parla il suo futuro. Bückler è il cittadino che si chiede come mai nel suo Paese le vittime siano meno rispettate dei loro aguzzini. Bückler è il contadino che non capisce quando in banca sente parlare dei «danni dei derivati», visto che gli unici derivati che conosce sono quelli del suo latte e non hanno mai fatto male a nessuno. Bückler è l' operaio che ha sempre costruito automobili, disposto a produrre di più, ma si chiede perché qualcuno non cominci a costruirle queste benedette automobili. Bückler è il cittadino che non capisce perché ci si riempia la bocca con la parola solidarietà verso villaggi e popoli lontani per poi non sopportare il vicino di casa e accorgersi dopo mesi della morte del pensionato che abita sullo stesso pianerottolo. Bückler è il cittadino esausto, che da 40 anni dai politici sente solo parlare di «aggiustamento dei conti» quando gli unici conti aggiustati sono stati i loro. Bückler è il cittadino preoccupato, che dal ministro delle Finanze si aspetterebbe di sapere cosa sta succedendo e si ritrova con una noiosa lezione di storia mal digerita persino sui banchi di scuola. Bückler è il cittadino incredulo, quando il suo ministro delle Finanze paragona la crisi ad un videogame con alcuni mostri ancora vivi, e sorride orgoglioso guardando il suo nipotino di 5 anni non lasciarne in piedi nessuno mentre gioca. Bückler è il cittadino che sa che due sole cose tengono insieme i popoli di una nazione: la moneta e i comuni. Visto che la moneta ce la siamo giocata perché dovremmo cancellare l' unica cosa che dà ancora un' identità alla nostra gente? Bückler è il cittadino che non capisce perché un ministro chiami «fannulloni» tutti i dipendenti pubblici invece di fare dei distinguo, ricordando l' infermiera che tanto si è prodigata per ridargli serenità, senza lamentarsi degli orari e di un misero stipendio. Bückler è il cittadino esasperato vedendo uno spettacolo di una maggioranza contro maggioranza, opposizione contro opposizione, maggioranza contro opposizione e si chiede quando si decideranno a fare qualcosa per questo Paese invece di litigare. Bückler è il cittadino che ha sentito per mesi, da parte dei politici, parlare finalmente dei tagli ai loro privilegi e non capisce quale strana malattia abbia loro fatto perdere la memoria così rapidamente. (Ad essere sinceri questa la capisce perfettamente). Bückler è il cittadino preso per i fondelli, quando sente i politici dire che il Presidente Napolitano ha perfettamente ragione. «E allora perché diavolo non fanno mai quello che dice, accidenti». Bückler è il cittadino che non capisce come ne uscirà la classe politica da questo brutto momento, ma di come ne uscirà lui e tutti gli italiani, ha comunque qualche vago sospetto. Bückler è un cittadino che di fronte a tutti questi dubbi, vigliacco se ci sia qualcuno che gli dia delle risposte. Bückler è un cittadino normale, arrabbiato, stanco, che vorrebbe gridare forte almeno una volta «ADESSO BASTA».

Un caro saluto

Johannes Bückler

martedì 23 agosto 2011

Il sogno di JB. Un Paese che sia normale.


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Caro Direttore,
la manovra passa alle due camere. Dopo aver speso fiumi di parole vedremo cosa ne uscirà.
Puntuali, prima della discussione in Parlamento, i richiami sia della Chiesa che della massima autorità dello Stato Giorgio Napolitano. Richiami che hanno messo al primo posto, manco a dirlo, una maggiore giustizia ed equità. Come al solito si sono sprecati i giudizi della classe politica e del mondo imprenditoriale. Possiamo solo sperare che almeno una volta, al plauso, seguano azioni concrete.
Per me è tempo di un ritorno momentaneo alla macchia. Grazie sembra che J.B. abbia risvegliato il popolo, questo sì, degli onesti. Non so cosa sognasse Buckler alla fine del 1700, so però cosa sogna quello di oggi. Sogna un Paese dove la parte più onesta e vitale si risvegli dal torpore che ha caratterizzato questi anni. Un Paese che ritorni ai valori dei nostri padri che avevano l’onestà e il rispetto al primo posto. Un Paese che aiuti a risollevarsi a chi ha di meno, non approfittando del fatto che i poveri spesso non hanno voce. Che rispetti gli anziani che tanto hanno dato a questo Paese perché come lessi da qualche parte: quando muore un vecchio è come se bruciasse una biblioteca. Un patrimonio di affetti, di ricordi, di sapienza che va in fumo.
Un Paese, come ha ricordato Napolitano, che non sacrifichi il futuro dei
giovani per calcoli politici. Un Paese dove ci sia più rispetto per le vittime e meno per i loro aguzzini. Un Paese dove siano i disonesti a vergognarsi, e gli altri fieri di appartenere a un grande popolo e non i soliti “pirla” Un Paese che non si arrenda di fronte all’evasione rinunciando a lottare. Un Paese dove non si legiferi su un sentimento come la solidarietà. Che chi dichiara di più non sia una categoria diversa da chi ha di più. Un Paese forte, autorevole, che si preoccupi dei mercati ma che anteponga ad essi il bene reale dei suoi cittadini. Che sappia, di fronte a richieste esterne, riconoscere che la forza di una nazione si misura da qualche No e non dai tanti Sì.
Un Paese, insomma, semplicemente normale.

Johannes Buckler

Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. Sono certo che J.Buckler non avrebbe mai iniziato una battaglia preoccupandosi della vittoria o meno. A volte si combatte anche solo perché è giusto farlo.

lunedì 22 agosto 2011

Il superprelievo a Milano? Toccherà a 38.440 persone


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Caro Direttore,
leggo sul suo giornale le ultime notizie sulla manovra. Ogni rappresentante di partito dice la sua, cercando naturalmente di smarcarsi. Iva sì, Iva no. Pensioni sì, pensioni no. Incredibile come riescano a trovare un accordo da votazioni bulgare sui loro privilegi, assolutamente in disaccordo su tutto il resto. Anche qui le nuove soluzioni vanno sempre a cozzare contro una fotografia ingiusta del Paese. Toccare le pensioni di anzianità per uniformarci ai partner europei? Se ne può parlare, ma come la mettiamo con l' oltre mezzo milione di pensionati baby? Un piccolo contributo alla mia vicina di casa, in pensione da almeno ventidue anni seppur coetanea - che dice - si potrebbe chiedere? Aumentare l' Iva? Ok, se serve, ma sarebbe bastato un ragazzo al secondo anno di economia e non una task force di governo per trovare questa soluzione. Per quanto riguarda la «tassa di solidarietà» dubito possa essere cancellata. Se si analizza bene la manovra, è una delle poche fonti certe. Dalle ultime voci sembra possa essere inserito il quoziente familiare. Forse qualcuno fa finta di non capire. Non è l' entità in discussione (cifre sopportabili) ma una questione di equità. E il quoziente familiare sarebbe ora che venisse applicato a tutti i contribuenti, non a spot. Nel frattempo cominciano ad arrivare i primi dati che dicono su quanti italiani peserà questa tassa. Su oltre quaranta milioni di contribuenti solo 494.838 persone dovranno versare il contributo. Alla faccia dell' equità. Milano s' installa come sempre in questi casi al primo posto. Peccato che su oltre un milione di dichiarazioni, elaborate sui redditi 2009, solo 38.440 residenti all' ombra della Madonnina dovranno pagare. Al secondo posto Bergamo con la bellezza di 2.906 contribuenti. Mi piacerebbe sapere da Marchionne a chi ha intenzione di vendere tutti i Suv che pensa di costruire in Italia. Prosegue l' intasamento della casella mail di Bückler. In tutte una grande voglia di fare qualcosa per migliorare questo Paese. Per chi, come K.S. e F.P. si lamenta di essere tacciato come evasore, solo perché inserito in una categoria, pur pagando tutte le tasse, rispondo che quando si affronta quest' argomento purtroppo si tende a generalizzare. Esistono molte persone oneste in ogni tipologia di contribuenti, ma è anche per loro, per il loro senso civico e per la loro onestà che dobbiamo combattere questa illegalità. Caro direttore, che dice, posso sperare di trovare un giorno tra le centinaia di mail una di un politico che mi dia delle risposte? Mi basterebbe anche una risposta del tipo «ha detto un sacco di stupidaggini». Avrei almeno la consolazione di essere stato ascoltato, e di questi tempi non è poco.

Un caro saluto

Johannes Bückler

Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. J.Bückler difese la Renania dall' occupazione francese. Oggi tedeschi e francesi uniti contro tutti e tutto. Che ci sia bisogno di una nuova resistenza?)

domenica 21 agosto 2011

Vi svelo cos'é un condono


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Caro Direttore,
mi sono preso due giorni di vacanza al mare. Sfrutterò questo tempo per rispondere a tutte le mail che mi sono arrivate. Approfitto di questo spazio per rispondere ad alcune domande. La prima mi riguarda. A.G. chiede se avrei scritto le stesse cose se non avessi dovuto pagare il «contributo di solidarietà». Tranquillo. Questa tassa non la pagherò, il mio reddito è molto al di sotto dei 90.000 euro. Sorpreso che qualcuno si prenda a cuore gli interessi di altri? Non sopporto le ingiustizie, tutto qui. M.M. e B.S. mi chiedono quale è il vero motivo per cui non si instaura anche in Italia il classico «conflitto di interessi»: rendere conveniente per i contribuenti il rispetto delle leggi fiscali. Rendere detraibili alcuni costi in modo, ad esempio, che chiedere la fattura sia nell' interesse del cliente. In effetti il metodo è sembrato funzionare. Mi riferisco al bonus del 36 % sulle ristrutturazioni. Che dire. Anni fa incontrai l' allora ministro del Bilancio e della Programmazione Economica al quale feci la stessa domanda. La risposta fu che il recupero di una parte dell' evasione sarebbe stato vanificato dall' aumento di nuovi evasori. Detto in parole povere: noi politici chiediamo di avere fiducia nelle istituzioni e nello stesso tempo a voi cittadini, fiducia zero. Comunque questa è una proposta ancora attuale. Sul tavolo di Tremonti dovrebbe trovarsi la relazione del presidente dell' Istat Enrico Giovannini, preparata proprio su incarico del ministro. Credo che Giovannini abbia messo sul tavolo proposte concrete. S.G. mi chiede cosa ne penso dei condoni, fiscale e valutario. Detto che tutti i condoni degli ultimi 30 anni secondo alcuni studi controversi, hanno portato nelle casse dello Stato una somma pari all' evasione di un solo anno (110 miliardi di euro) io la penso come chi, nel 1991 scriveva su questo giornale «In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo un golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando l' ordine dei fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge». Firmato: Giulio Tremonti. Ho portato mia moglie per negozi a fare un po' di shopping. Nel primo: «Mi dispiace per lo scontrino, la cassa è rotta». Cominciamo bene.

Un caro saluto.

Johannes Bückler

Lo pseudonimo mi è obbligatorio. Si racconta che J.Bückler fu mosso solo dall' avidità (come oggi si potrebbe pensare del Fisco), malgrado ciò divenne in Renania sul finire del 1700 un eroe, il simbolo della resistenza

venerdì 19 agosto 2011

Il ceto medio che di medio ha sempre meno


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Caro direttore,
la definizione di «ceto medio» presuppone che stia nel mezzo e che esista qualcosa che sta sotto e qualcosa che sta sopra. Nella pratica in Italia siamo riusciti ad avere qualcuno che sta nel mezzo e una maggioranza che, pur possedendo una ricchezza superiore, è posizionata molto sotto. Se osserviamo due città simbolo di produttività, Milano e Bergamo, ci rendiamo subito conto di alcune storture. A Milano quasi mezzo milione dichiara di poter vivere con un reddito sotto la soglia di povertà. A Bergamo il 47,2% delle società di capitale non ha utili da anni e un ulteriore 26,1% dichiara utili sotto i 10.000 euro. Evasori o incapaci? Non parliamo poi di categorie come dentisti, ristoratori, avvocati, chirurghi, veterinari. Hanno studiato una vita per un reddito da operaio metalmeccanico di terzo livello. Per concludere, un riferimento all' articolo che ieri ha raccontato il manuale degli annunci delle ferrovie. Abbiamo scoperto che la parola «guasto» è stata sostituita da «controllo tecnico». A quando un manuale degli annunci in materia fiscale? Si potrebbe cominciare da «aumento Irpef o tassa» sostituita da «contributo di solidarietà». Il fine sarebbe sempre quello di non creare ansie... Secondo giorno e solito bar. Emissione di scontrini, sempre zero. Una persona anziana alza la voce per ottenerlo. Il gestore si arrende.

Che dice, c' è speranza?

Johannes Bückler

(Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. Alla fine però Bückler fu impiccato. Della serie «Io speriamo che me la cavi»)

giovedì 18 agosto 2011

Hanno chiesto di più a chi già dichiara di più

Caro Direttore,
ho deciso di disturbarla ancora. Ormai prossimo alla pensione e dopo aver lavorato tutta una vita tra le dichiarazioni dei redditi degli italiani, non posso rimanere in silenzio. In questi giorni, e per l' ennesima volta, si chiede un «contributo di solidarietà». Si è stabilito che ciò fosse a carico dei cittadini che superano i 90.000 euro e hanno definito «equo» il prelievo. Di equo questo provvedimento non ha nulla. I cittadini che dichiarano un reddito superiore sono una percentuale risibile. Perché solo 400.000 onesti dovrebbero contribuire mentre una parte rilevante, seppur più ricca, no? L' articolo 53 della Costituzione recita «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Perché nessuno si preoccupa di far rispettare quest' articolo? Sul suo giornale ieri è apparso un appello di quattro esponenti della maggioranza. Un tentativo di far digerire questa stangata (scusate, questa manovra) ai loro elettori. Una frase mi ha colpito. «Abbiamo chiesto di più a chi ha di più». Quello che hanno fatto è stato «chiedere di più a chi già dichiara di più». Adesso la saluto. Le sto scrivendo dal tavolino di un bar. Nel frattempo sono passati alla cassa decine di avventori. Scontrini? Zero.

Johannes Buckler

(Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. E come immaginerà non è scelto a caso).

domenica 14 agosto 2011

Ma chi farà pagare gli evasori?

Caro Direttore,
Le devo confessare un segreto: la casta, la palla al piede di questo Paese - quella da cui sono emersi i politici di ieri, di oggi e (se nessuno interverrà) di domani - siamo noi.
Chi Le parla lo fa a ragion veduta: mi districo ogni giorno nelle dichiarazioni dei redditi degli italiani... In questi giorni si parla tanto di un nuovo intervento fiscale e il suo giornale ha elencato le fasce di reddito sulle quali il governo potrebbe intervenire. Proprio qui sta il problema. Quelle fasce, reali perché formulate sulle dichiarazioni dei redditi, sono per la maggior parte false. Si parla di tassare redditi sopra i 90.000 euro. Un' assurdità poiché la maggior parte degli evasori e possessori della ricchezza reale sta sotto. Talmente sotto da arrivare (con villa e piscina) ad avere accesso, visto il reddito dichiarato, ad agevolazioni varie. Non si può continuare così. Bisogna che qualcuno si faccia carico di dare ai cittadini italiani un minimo di senso dello Stato. Perché solo così si potrà avere una classe politica degna di questo nome. A parole tutti sono per combattere gli evasori, salvo poi fare favoritismi agli stessi evasori sotto forma di scudi fiscali, condoni e da ultimo una circolare alle Agenzie delle Entrate, più o meno confidenziale, dove si chiedeva di ammorbidire i controlli. Non possiamo accettare che in Italia oltre il 50% delle società di capitali denunci una perdita o un utile zero. Non possiamo accettare che in una città come Milano ci siano 415.000 dichiarazioni (persone fisiche) sotto la soglia di povertà. Tassare sopra i 90.000 euro? A Milano 939.610 dichiarazioni (persone fisiche) su 973.788 sono sotto tale soglia. Non parliamo poi di autonomi e professionisti vari che certe cifre non sanno nemmeno scriverle sulle loro dichiarazioni. E le città del Nord sono tutte più o meno uguali. Da Torino a Verona, da Bergamo a Vercelli. Non servirebbe nemmeno una profonda analisi dei dati. Basterebbe estrarre a caso per avere un' altissima probabilità di scovare evasione. E smettiamola di chiamare una parte «elusione». Quando uno approfitta di un' agevolazione dichiarando il falso è tanto grave quanto non pagare. Da qualche anno, i Comuni che ne fanno richiesta possono incrociare i dati con quelli dell' Agenzia delle entrate. Quanti lo stanno facendo? Perché non renderlo obbligatorio e dare incentivi a quei Comuni che recuperano al fisco quote di evasione? Basta poco per capire che fare uno spot per invitare a pagare le tasse è solo propaganda. Se poi si disegna l' evasore come nello spot più recente (barba lunga, occhi da tossico, faccia da delinquente) vuol dire proprio fare propaganda al contrario: la maggior parte degli evasori porta giacca e cravatta - e un commercialista al seguito.
Mi creda, caro Direttore, le cose viste da dentro stanno peggiorando e renderanno vano qualunque intervento per sistemare i conti di questo Paese. Sperando di non averla annoiata e scusandomi per la forma anonima (che capirà).

Johannes Bückler