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venerdì 19 agosto 2011

Il ceto medio che di medio ha sempre meno


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Caro direttore,
la definizione di «ceto medio» presuppone che stia nel mezzo e che esista qualcosa che sta sotto e qualcosa che sta sopra. Nella pratica in Italia siamo riusciti ad avere qualcuno che sta nel mezzo e una maggioranza che, pur possedendo una ricchezza superiore, è posizionata molto sotto. Se osserviamo due città simbolo di produttività, Milano e Bergamo, ci rendiamo subito conto di alcune storture. A Milano quasi mezzo milione dichiara di poter vivere con un reddito sotto la soglia di povertà. A Bergamo il 47,2% delle società di capitale non ha utili da anni e un ulteriore 26,1% dichiara utili sotto i 10.000 euro. Evasori o incapaci? Non parliamo poi di categorie come dentisti, ristoratori, avvocati, chirurghi, veterinari. Hanno studiato una vita per un reddito da operaio metalmeccanico di terzo livello. Per concludere, un riferimento all' articolo che ieri ha raccontato il manuale degli annunci delle ferrovie. Abbiamo scoperto che la parola «guasto» è stata sostituita da «controllo tecnico». A quando un manuale degli annunci in materia fiscale? Si potrebbe cominciare da «aumento Irpef o tassa» sostituita da «contributo di solidarietà». Il fine sarebbe sempre quello di non creare ansie... Secondo giorno e solito bar. Emissione di scontrini, sempre zero. Una persona anziana alza la voce per ottenerlo. Il gestore si arrende.

Che dice, c' è speranza?

Johannes Bückler

(Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. Alla fine però Bückler fu impiccato. Della serie «Io speriamo che me la cavi»)

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