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martedì 14 febbraio 2012

Evasione fiscale e risorse.


Caro Johannes Buckler,
non c’è persona di buon senso che non si auguri il pieno successo del governo presieduto dal Sen. prof. Mario Monti nell’immane compito di rimettere ordine nei conti, abbattere il debito pubblico e aumentare significativamente la crescita con il parallelo abbassamento del considerevole numero dei disoccupati.
Ma – tu lo sai - non ci sono alternative: per riuscire in tale impresa ciclopica occorrono risorse. Bisogna cioè che tutti paghino le tasse e che quindi evasione ed elusione vengano ridotte ai minimi termini.
Ho letto il tuo libro e mi rendo conto che non è un compito facile ove si pensi, per cominciare, alla resistenza opposta dalle varie corporazioni (farmacisti, tassisti, notai, avvocati, benzinai, commercialisti, gestori di litorali demaniali, ecc. ecc.) che si ostinano a voler mantenere inalterate le loro posizioni di effettivo privilegio, bloccando di fatto l’inserimento di forze giovanili nel circuito produttivo.
Ma non è tutto.
C’è anche la burocrazia che soffoca lo sviluppo, così come c’è la malavita organizzata – a livello periferico e ai livelli alti dei pacchetti azionari - che non è da meno.
Ma non è ancora tutto.
Una delle più diffuse e cospicue aree di evasione – tu, Johannes, sai anche questo – è quella che scorre in tutti i rivoli delle attività quotidiane.
Che si faccia una ristrutturazione edilizia, una causa civile o penale, un intervento medico/chirurgico, una protesi a pagamento, si richieda una prestazione ad un idraulico, a un elettricista, a un tappezziere e così via dicendo, la domanda che, all’atto del pagamento, ci si sente invariabilmente rivolgere è sempre la stessa: “Le serve la ricevuta?”
Tu resti interdetto e non rispondi, ma quello incalza: “Perché se vuole la ricevuta il prezzo è tot, se invece non le serve il prezzo diminuisce del 21%”.
E’ chiaro che occorre un altissimo senso del dovere per pretendere la ricevuta. Ma non dobbiamo nasconderci dietro un dito.
Dobbiamo ragionevolmente ammettere che di fronte a cifre che ognuno giudica di qualche interesse, la tentazione di rifiutare la ricevuta è fortissima e diffusissima.
E quindi, considerata in scala, l’evasione assume proporzioni inimmaginabili. (Apro una parentesi per domandarmi perché mai le ricevute delle varie prestazioni non possano venire dedotte in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi. Tu, Buckler, me lo sai dire?).
Mi sovviene in questo istante che vi è un settore che non è neppure sfiorato o quasi dall’idea di rilasciare lo scontrino fiscale: è quello dei mercatini itineranti, la cui cifra d’affari annua è stata calcolata, pensa, in circa 15 miliardi e l’evasione in proporzione.
Ma si potrebbe continuare.
Di fronte a un panorama tanto affollato di soggetti potenzialmente inclini all’evasione e al godimento di privilegi e dunque agguerrito, sembrerebbe naturale – a malincuore, credimi – nutrire qualche incertezza sulla positiva riuscita dell’impresa del governo.
Invece ad esso noi tutti dobbiamo fare non soltanto gli auguri di pieno successo, ma incitarlo a proseguire nei suoi sforzi e ad estendere i provvedimenti ad altre categorie provviste di sostanze e di privilegi.

Lorenzo Milanesi

Lettera pubblicata sul Corriere della Sera domenica 12 febbraio 2012.

mercoledì 8 febbraio 2012

Today I'd say "no representation without taxation!

Buongiorno Johannes,
ho scelto il "nome d'arte", attingendo dai padri della rivoluzione americana, perché affascinato dal motto che ne costituisce il simbolo ("no taxation without representation").
Inoltre, devo confessare, nel portare avanti le mie idee sono incline ad usare il paradosso e, pertanto, niente di più spontaneo che ribaltare detto motto: "no representation without taxation".
Mi piace infatti immaginare che nella mia società ideale tutti i cittadini sentano come primario il "dovere fiscale" e che, i pochi refrattari, vengano esclusi da quello che ritengo il maggior "attestato di appartenenza" a una collettività: il diritto di voto, cioè la possibilità di contribuire alla fase decisionale della collettività stessa.
Diritto che, eticamente, non può competere a che si autoesclude illegittimamente dalla contribuzione materiale.
Auspico che dal piano dell'impedimento etico si passi all'impedimento giuridico.
In questi giorni sto leggendo un libro molto interessante: "For Good and Evil-L'influsso della tassazione sulla storia dell'umanità" di Charles Adams, ultraottantenne avvocato tributarista americano, docente e storico.
C'e' un passaggio (riguardante il periodo in cui ha operato il mio Samuel) che, molto più autorevolmente di me, esprime il concetto base: " nel 1787 potevano votare solo i cittadini che pagavano le tasse....la principale funzione economica di un corpo legislativo e' di tassare e di raccogliere denaro affinché il ramo esecutivo del governo possa spenderlo.
Ne deriva che chi non e' un contribuente non dovrebbe aver voce in capitolo su come viene speso il denaro del governo.
Viceversa, se un contribuente non e' anche un votante il processo del consenso viene delegittimato.
I votanti, quindi, devono essere contribuenti".
Basta aggiungere "onesti" a "contribuenti" e il punto di vista del Samuel Adams che ti scrive risulta comprensibile nonché, a mio modesto avviso, ineccepibile.
Trovo ulteriore conforto e un' illuminata chiave di lettura del "concetto base" in cui credo nel recente intervento di Enzo Bianchi su La Stampa del 15 gennaio 2012 dal titolo "L'etica delle tasse".
Va letto, riletto e poi imparato a memoria. Mi permetto di riprenderne alcuni passaggi.
"Quando, pochi anni fa, uno dei piu' seri, lucidi e preparati ministri dell'economia che il nostro paese abbia mai avuto definì 'bellissimo' il fatto di pagare le tasse, venne deriso: ormai smarrita ogni etica civile collettiva, chi aveva osato ricordare la bontà di un gesto solidale come pagare le imposte finalizzate al bene comune non poteva che essere messo alla berlina.
Ma il problema oggi come allora e' proprio qui, nella mancanza di coscienza collettiva: non si può chiedere un gesto di condivisione a chi non sa piu' di essere parte di un organismo vivente....
Questo smarrimento del senso di appartenenza - il Comune non e' piu' "comune" a nessuno, lo Stato non siamo noi, l'Europa e' un mondo estraneo, l'umanità e' un'entità vaga cui non appartengo - porta a una regressione verso la tribù, il clan, il legame di sangue...dove l'essere insieme e' conseguenza di un dato biologico o di un condizionamento sociale e non di una libera scelta di persone libere che condividono fatiche e speranze, ideali e difficoltà, cultura e visioni del mondo, senso di giustizia e dell'equità, panorami e patrimoni artistici...
Le tasse sono un antidoto a questa deriva, sono la possibilità che mi e' offerta di donare puntualmente ed equamente qualcosa della mia ricchezza perché possa crescere il bene comune, attraverso servizi, infrastrutture, strumenti educativi, opportunità sanitarie, condivisione allargata ad altri paesi e popoli."
Riprendo la parola e, con linguaggio piu' "volgare" ribadisco che gli evasori fiscali non dovrebbero poter partecipare alla fase decisionale della società.
Solo chi contribuisce a pagare il "costo del carburante" (ovviamente secondo la propria capacita' contributiva, altrimenti sarebbero titolati solo i ricchi) può influenzare la decisione di dove deve andare "il veicolo" che ci trasporta tutti. Il concetto dovrebbe essere accolto e tradotto in norma dal legislatore ma, ovviamente, con un minimo di raziocino, prevedendo una gradualità di conseguenze rapportate all'entita' del "peccato".
La patente la si ritira a chi supera di 40 km orari il limite, non a chi si macchia di procedere a 60 su una strada scorrevole di periferia che porta il limite di 50.
Auspico che i Bückler si facciano stimolare da questa idea.

Un caldo saluto a tutti.

Samuel Adams

Naufragio al Giglio : quanto ”errore umano” ?

Spett/le Redazione,
ero da quelle parti, anche noi dispersi nella nebbia, imbarcati su una “carretta” mercantile, quel 26 Luglio 1956, quando affondò il nostro gioiello transatlantico “Andrea Doria”.
Sul posto, quindi, fui testimone “oculare” della ( anche allora!) gogna mediatica cui fu ferocemente esposto il Comandante Calamai, pur avendo lasciato la nave per ultimo e nell’ultimo, piccolo scafo di servizio e quasi “forzatovi” dai suoi Ufficiali.
Anche allora si scoprì che qualcosa non “funzionò” come doveva sul Ponte di Comando ; anche allora successe che il Transatlantico francese “Ile de France”, accorso a soccorrere i naufraghi, ebbe a respingere, sdegnato, le prime tre scialuppe di salvataggio ….cariche di personale alberghiero in fuga dall’”Andrea Doria” !
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque ? Così pare, purtroppo, anche se qualche tempo dopo, a mente più fredda, il giornalista Malvin Moscow apriva il suo libro "S.o.s. Andrea Doria" con una riflessione che non giustificava il Comandante Calamai dalla sua fatale ed indifendibile imprudenza, ma apriva la mente su quanto possano psicologicamente influire certi condizionamenti.
Eccola :"Il Comandante sapeva benissimo che la legge gli imponeva di ridurre la velocità in tempo di nebbia... (così come) sapeva che ogni riduzione di velocità avrebbe sommato altro ritardo al già accumulato sull' itinerario di linea" e "benché la Società non avesse mai condizionato esplicitamente le sue scelte, sapeva anche che i ritardi sono costosi: maggiori consumi di combustibile, l'attesa (onerosa) dei portuali ingaggiati il giorno prima, l'importanza dell' immagine verso la pubblica opinione...". Fu per questo che l' Andrea Doria proseguì a tutta forza nella nebbia”... e il giudizio fu secco di "errore umano del Comandante“ .
Stiamo parlando di oltre mezzo secolo fa e da allora non si contano i casi consimili (“Estonia” , “Fliyng Enterprise”, traghetti nel mondo, “Moby Dick””, “Haven” a Genova ..tanto per citare i più eclatanti ) in cui tutta la colpa per intero è stato facile scaricare sbrigativamente solo sul capro espiatorio, peraltro da noi già precostituito dal Codice della Navigazione ( Art. 295 :“al Comandante della nave spetta ,in modo esclusivo, la condotta della nave e della navigazione” )
Lungi da me cercare scusanti per certi indifendibili comportamenti di colleghi, ma vorrei che si sapesse che da sempre le Organizzazioni internazionali per la Sicurezza in Mare, l'IFSMA (Sindacato Internazionale dei Capitani Marittimi e giuristi super partes, vanno denunciando che nella pur attendibile casistica che individua nell' 80% l' incidenza dell' "errore umano" nelle cause di sinistri, specie per i Traghetti, l' origine remota di certe "temerarietà", disattenzioni, leggerezze o, peggio, di certe negligenze di Ufficiali, va ascritta alle condizioni sempre più spregiudicate di "utilizzo" di queste persone in organizzazioni e ritmi di lavoro (e di rendiconto agli armatori ! ) fortemente lesivi e compromissori non solo della serenità del lavoro, quant' anche dequalificanti le professionalità ( per chi vi si assoggetta …magari per non rischiare un licenziamento ! )
Ora che “l’alta velocità” si sta espandendo anche in mare, riusciamo ad immaginare se al Giglio anziché un solido scafo a 15 nodi si fosse schiantato un natante della nuova generazione a 26 o anche 40 nodi, anche quelli con centinaia di passeggeri a bordo ?
Attenti, dunque, Governo, autorità “competenti”, aziende e sindacati e, perché no, giudici : sarà sempre più difficile tacitarsi la coscienza insistendo a cavarsela sbrigativamente con l' "errore umano" di un singolo, meglio ancora se morto nel sinistro !

Civitavecchia : 5 Febbraio 2012

Gennaro GogliaCivitavecchia – gennaro.goglia@alice.it

lunedì 6 febbraio 2012

Ahi ahi ahi


Ciao J.B.,
solito problema, imprenditori e dipendenti a reddito fisso!!
Insanabile visione diversa dei problemi!!
Fin che Celentano prende dalla Rai 750.000 mila euro e si vanta di pagarci sopra le tasse, e la Rai va nelle case dei disoccupati o cassaintegrati a verificare con l'agenzia Equitalia se hanno pagato il canone, dove vuoi che vada questa Italia se non alla guerra armata e alla rivoluzione !
Non c'è un problema di evasione fiscale oggi al primo posto, quanto piuttosto una giustizia civile inesistente, la tutela dei pagamenti tra privati, l'ordine pubblico con forze dell'ordine messe in ridicolo da leggi contrarie al buon senso, la difesa dei diritti del cittadino inesistente con criminali sempre liberi perché anche il rubare oggi può essere giustificato da parte della magistratura, altro che per risolvere la crisi dell'Italia il problema è solo combattere l' evasione fiscale!!
Pensa J. che una persona fisica con una ditta truffa e froda gente onesta, ruba denari a cittadini e stato, evade tasse, mette in ginocchio imprese sane e oneste come contribuenti.
Se scoperto dalle forze dell'ordine, cambia partita IVA, non ha nulla di intestato su cui creditori possono rivalersi, i magistrati lo condannano ma a piede libero perché reati che non prevedono galera, anche se condannato può ripartire da subito a fare il suo gioco criminale basta che cambi partita IVA.
Esempio "Pinco Pallo" truffa ed evade milioni di euro, scoperto, riparte con "Pinco e Pallo e figlio", quindi un'altra ditta che non a niente a che vedere con la prima perchè partita IVA diversa
Immediatamente ripartono il dolo e le truffe alla luce del sole, tutelato dai migliori commercialisti e avvocati, con studi che hanno filiali a Roma!
A buon intenditore poche parole!
Il prof. Monti sta sbagliando tutto, sta facendo la fortuna di Stati dove c'è rigore e rispetto per le leggi e le imprese stanno emigrando la', cittadini stanno riportando soldi la', il termine esatto sarebbe stanno scappando dall'attuale clima tipo regime che si sta innescando in questa Italia.
Anche i parametri del nuovo redditometro e l'aria di caccia agli hobbies sta mettendo in apprensione e panico i cittadini, anche perché ad esempio costa piu' fumare che fa male a tasche e fisico che la palestra!!
Mandiamo i finanzieri anche dai tabacchini, gratta e vinci e fumo non sono necessari!!!
E il calcio? E' necessario con questa crisi abbonamento a partite?
La ricetta era tagliare sprechi, tagliare costi inutili della spesa pubblica, controllo degli appalti, leggi più severe a tutela privati, giustizia che faccia il suo dovere e riempia le patrie galere di cittadini italiani che hanno commesso reati, gli altri extra comunitari a casa loro!!
Ma evidentemente anche il prof. Monti non vuole ridimensionare i privilegi della casta a cui appartiene, i sacrifici devono sempre essere degli altri, di cittadini, lavoratori, pensionati, imprese.
E le banche che ieri permettevano tutto e oggi permettono niente?
Come mai a loro tutto è concesso senza essere prima concordato con la pubblica amministrazione?
E i costi sempre maggiori che rasentano usura a cittadini e imprese di commissioni, spread, a loro niente sacrifici di taglio costi?
A loro niente tetto dei costi o obbligo di far ripartire con concessione credito l'economia e salvare posti di lavoro cosi' da evitare costi inutili al sociale di nuovi disoccupati e cassa integrati?
Evidente che il prof. Monti non vuole commissariare le banche e imporre loro regole a tutela dei cittadini e delle imprese, preoccupati dalla mancanza di denaro circolante causa crisi e immobilismo dell'economia.
Che Dio ci aiuti!

Buckler propositivo

giovedì 2 febbraio 2012

Cosa ha capito "Il cittadino che non capisce"?

A fine agosto fu pubblicata sul Corriere della Sera la lettera "Io Bückler, ovvero il cittadino che non capisce".
Qualcuno la definì a suo tempo un programma di governo.
Dopo quasi sei mesi cosa è stato risolto o in via di soluzione? Cosa ha finalmente capito "il cittadino che non capisce"?

Ma chi è veramente Johannes Bückler? Bückler non sono solo io.
Bückler è il cittadino onesto che non capisce perché, se l'onestà paga, a vivere meglio è spesso chi onesto non lo è.
Bückler è il cittadino che non capisce come mai lo Stato, se è in difficoltà, non cominci a chiedere di più a chi ha di più e non sempre a chi dichiara di più.
Bückler è il cittadino che si chiede perché una parte del Paese non paghi le tasse («perché la politica disperderebbe altri soldi dicono»), ma continua a utilizzare strade, scuole, ospedali senza dare niente in cambio.
Bückler è il ristoratore onesto che, oltre a fare il miglior caffè della zona, non dorme la notte per pagare le tasse e adempiere a tutti gli obblighi fiscali, mentre il ristoratore vicino dorme tranquillo, gira in Suv e un motivo ci sarà pure.
Bückler è il cittadino che sente parlare continuamente di informatica, nuove tecnologie e non capisce perché non si riescano a incrociare quattro dati tra database per aiutare la lotta all' evasione.
Bückler è il cittadino stupito, che ascolta in Tv un sottosegretario proporre un condono tombale al quale, secondo lei, «aderirebbero oltre 20 milioni di italiani» mentre di tombale dovrebbe esserci solo la sua carriera politica.
Bückler è il cittadino con il mal di denti che si sente fare un preventivo di 4.000 euro, «però senza fattura risparmia il 20%» e non capisce perché lo Stato non metta in piedi questo benedetto conflitto di interessi.
Bückler è l' invalido che non comprende perché qualcuno gli stia portando via risorse con una falsa invalidità.
Bückler è il cittadino malato, che si sente rispondere dalla stessa struttura «per l' esame ci vogliono sei mesi, però se lo fa privatamente domani mattina è libero» (Pensate una parolaccia, quella che volete).
Bückler è il pensionato stanco, che non capisce perché dopo una vita abbia in mano nella sala d' aspetto di un ospedale, per prenotare una visita medica, un biglietto con scritto «112 persone davanti a lei».
Bückler è il pensionato che si chiede come mai venga pian piano isolato, quando potrebbe essere una grande risorsa per questo Paese.
Bückler è il cittadino giovane, che vorrebbe avere una voce in capitolo quando si parla il suo futuro.
Bückler è il cittadino che si chiede come mai nel suo Paese le vittime siano meno rispettate dei loro aguzzini.
Bückler è il contadino che non capisce quando in banca sente parlare dei «danni dei derivati», visto che gli unici derivati che conosce sono quelli del suo latte e non hanno mai fatto male a nessuno.
Bückler è l' operaio che ha sempre costruito automobili, disposto a produrre di più, ma si chiede perché qualcuno non cominci a costruirle queste benedette automobili.
Bückler è il cittadino che non capisce perché ci si riempia la bocca con la parola solidarietà verso villaggi e popoli lontani per poi non sopportare il vicino di casa e accorgersi dopo mesi della morte del pensionato che abita sullo stesso pianerottolo.
Bückler è il cittadino esausto, che da 40 anni dai politici sente solo parlare di «aggiustamento dei conti» quando gli unici conti aggiustati sono stati i loro.
Bückler è il cittadino preoccupato, che dal ministro delle Finanze si aspetterebbe di sapere cosa sta succedendo e si ritrova con una noiosa lezione di storia mal digerita persino sui banchi di scuola.
Bückler è il cittadino incredulo, quando il suo ministro delle Finanze paragona la crisi ad un videogame con alcuni mostri ancora vivi, e sorride orgoglioso guardando il suo nipotino di 5 anni non lasciarne in piedi nessuno mentre gioca.
Bückler è il cittadino che sa che due sole cose tengono insieme i popoli di una nazione: la moneta e i comuni. Visto che la moneta ce la siamo giocata perché dovremmo cancellare l' unica cosa che dà ancora un' identità alla nostra gente?
Bückler è il cittadino che non capisce perché un ministro chiami «fannulloni» tutti i dipendenti pubblici invece di fare dei distinguo, ricordando l'infermiera che tanto si è prodigata per ridargli serenità, senza lamentarsi degli orari e di un misero stipendio.
Bückler è il cittadino esasperato vedendo uno spettacolo di una maggioranza contro maggioranza, opposizione contro opposizione, maggioranza contro opposizione e si chiede quando si decideranno a fare qualcosa per questo Paese invece di litigare.
Bückler è il cittadino che ha sentito per mesi, da parte dei politici, parlare finalmente dei tagli ai loro privilegi e non capisce quale strana malattia abbia loro fatto perdere la memoria così rapidamente. (Ad essere sinceri questa la capisce perfettamente).
Bückler è il cittadino preso per i fondelli, quando sente i politici dire che il Presidente Napolitano ha perfettamente ragione. «E allora perché diavolo non fanno mai quello che dice, accidenti».
Bückler è il cittadino che non capisce come ne uscirà la classe politica da questo brutto momento, ma di come ne uscirà lui e tutti gli italiani, ha comunque qualche vago sospetto.
Bückler è un cittadino che di fronte a tutti questi dubbi, vigliacco se ci sia qualcuno che gli dia delle risposte.
Bückler è un cittadino normale, arrabbiato, stanco, che vorrebbe gridare forte almeno una volta «ADESSO BASTA».

Un caro saluto

Johannes Bückler

P.S. Per correttezza debbo dire che per quanto riguarda i politici una sola persona ha mostrato interesse a Bückler e alle sue lettere (che pubblica sul suo sito). Si tratta dell'Onorevole Guglielmo Vaccaro del Pd, che ringrazio, membro dell VI Commissione Finanze della Camera. Della serie "i politici non sono tutti uguali"....ma poco ci manca.

mercoledì 1 febbraio 2012

Intervenga la magistratura!

Buon giorno amici del blog,
mi ha colpito il fatto che nei giorni scorsi la magistratura abbia messo il naso nelle agenzie di rating per verificare se ci siano strani disegni o complotti contro l'Italia in queste declassazioni.
Ma verificare cosa sta succedendo nelle direzioni generali delle banche, no? Questa chiusura netta di tutti gli strumenti a sostegno dell'economia, all'erogazione di credito per rimettere in moto le aziende dissanguate dalla mancanza di denaro circolante, non potrebbe far parte di un disegno contro le PMI italiane?
Se venisse inviato un questionario a tutti gli esponenti di qualsiasi attività merceologica per chiedere quale necessita' oggi avrebbe per cercare di sopravvivere a questa crisi, la risposta sarebbe per tutti la stessa cioè avere nuova finanza, bloccare i mutui con flessibilita' di rientri e ristrutturare il debito con rientri a medio lungo.
Queste tre semplici operazioni, dettate dal buon senso, permetterebbero la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e permetterebbero una ripresa lenta dell'economia.
Invece tutti noi assistiamo impotenti alla chiusura totale di qualsiasi forma di aiuto da parte delle banche italiane alle PMI con le conseguenze che stiamo vedendo nella vita di tutti i giorni di tanti lavoratori e destinate ad aggravarsi nel prossimo futuro.
Ho scritto banche italiane per evidenziare che in Europa hanno fatto il contrario di quanto sta succedendo in Italia e questo la dice lunga sul concetto di cittadini europei con eguali doveri e diritti e agevolazioni.
Per questo dovrebbe intervenire la magistratura per scoprire che disegno eversivo c'è sotto, chi trarrà vantaggio da questo disastro economico cui stiamo assistendo?
Ho letto in questi giorni commenti favorevoli e contrari alle morti di imprenditori e alla chiusura per fallimento di tante aziende.
Molti di questi commenti sono fatti da gente che ha un lavoro statale a stipendio fisso,studenti, pensionati, politici, da gente che non vive i problemi in prima persona con lotta quotidiana contro tutto e tutti senza alcuna tutela da parte dello Stato.
La realtà è che, con un'economia ferma causa crisi, pagare puntualmente stipendi, tasse, mutui, contributi significa oggi azzerare la liquidità delle aziende cosi' che non resta molto per fornitori e si innesta il meccanismo perverso che porta al fallimento e alla chiusura di tanti posti di lavoro.
Il paravento dietro il quale si nascondono gli istituti di credito è il ritornello "ma come e quando ci restituite quello che vi prestiamo? Che garanzie ci date con economia ferma? "
Per pura fatalità si dimenticano che sono state loro tagliando il credito alle PMI con la scusa del calo del fatturato, a generare questa crisi e innescare l'immobilismo economico che ha portato alla chiusura di tante aziende.
Questa mail ha un senso in un blog che parla di evasione fiscale, perché un'economia ferma significa blocco dei consumi e del gettito che genera risorse per la comunità.
D'altra parte l'economia italiana di alcuni anni fa girava a tutto regime e aveva incoraggiato investimenti a lungo termine con mutui, leasing, finanziamenti per case e appartamenti per le famiglie e macchinari, capannoni, veicoli industriali per le imprese.
Oggi per tante PMI queste strutture sono spesso inutilizzate per crisi determinata anche da questo atteggiamento delle banche di mancanza di interventi a sostegno con nuova finanza e a misure di ristrutturazione del debito.
Possiamo immaginare che a breve non ci saranno solo pochi pescatori davanti a Montecitorio a protestare!
Ma perché politici illuminati,esponenti di industriali, commercianti, agricoltori, artigiani non protestano di fronte questo atteggiamento per altro sottolineo, non in linea con gli aiuti che hanno avuto dai loro governi centrali le PMI europee?
Auguriamoci tutti che il prof. Monti ci legga e imponga tassativamente e con urgenza un cambiamento di atteggiamento da parte delle banche e ci spieghi quanto prima perché hanno restituito i soldi alla BCE invece di usarli per far ripartire l'Italia che lavora, produce, genera benessere per le famiglie e le casse dello Stato con consumi.

Un saluto a tutti

Buckler padano


Evasione fiscale e difficoltà di accesso al credito.



Caro Johannes, poiché sembra che il problema (sacrosanto, ci mancherebbe) del credito sia al momento il più gettonato tra i frequentatori del blog, provo ad inserirmi con una breve annotazione.
La scorsa settimana nella mia città si e' svolto un consiglio comunale allargato a tutte le forze economiche del territorio per discutere della crisi.
Segnalo che, all'interno del panorama generale del Paese, caratterizzato dall'evasione che sappiamo, qui da noi determinate categorie economiche tendono a raggiungere livelli d'eccellenza, ovviamente in negativo.
Ad ogni buon conto, il tema della serata era concentrato, soprattutto, sul richiamo a maggior efficienza, disponibilità e professionalità del sistema creditizio.
L'accorato appello dei rappresentanti di questi piccoli imprenditori e' stato immediatamente riscontrato da un alto dirigente di un importante istituto di credito che, dopo aver fatto una puntuale analisi del momento contingente, se ne uscito con alcune considerazioni che hanno spiazzato l'agguerrito uditorio.
Le sintetizzo: i soldi ci sono, purtroppo non possono essere indirizzati verso imprese estremamente sotto capitalizzate e decisamente povere, caratterizzate da risultati economici costantemente miseri; situazione strana, peraltro, perché, dai dati in possesso delle banche, alle imprese povere corrispondono imprenditori decisamente ricchi.
Evidentemente il tema dell'evasione fiscale ritorna in prima linea, indipendentemente dalle mie "ossessioni".
Nota positiva del giorno dopo: il Presidente della Provincia ha rilasciato un' intervista ai giornali locali affermando che questa situazione, indicativa di fenomeni di "evasione totale" (parole sue) non devono essere più tollerate e vanno additate come causa primaria anche dei problemi della comunità dal lui governata.
Speriamo bene.

Un saluto a tutti.

Samuel Adams

In difesa di un vip presunto evasore.

Caro Johannes,
Il Bückler pensiero, come lo intendo io, deve essere intellettualmente integerrimo. Mi sento, pertanto, di spezzare una lancia a favore del "povero" Laurenti, messo alla gogna per una presunta evasione Irap.
A dire il vero, l'informazione principale che gira nei media riguarda il sequestro nei suoi confronti, da parte di Equitalia, di alcuni immobili di considerevole valore, giusta "reazione" al mancato pagamento di debiti (per Irap) sanciti da sentenza di Commissione Tributaria.
Vorrei sottolineare che c'e evasione e evasione: nel caso in commento, i redditi sono dichiarati, tutto avviene alla luce del sole, ma il contribuente ritiene di non dovere l'Irap, trattandosi di attivita' (per Laurenti, artistica) svolta in modo squisitamente personale, senza il supporto di alcuna autonoma organizzazione.
Segnalo che il mitico Fiorello, dopo essere stato soccombente davanti al giudice di merito, ha ottenuto ragione in Cassazione, siamo nel 2008, proprio per questione analoga.
In questo clima di giusta caccia agli evasori totali, ai vari furbetti del quartierino, e' opportuno mantenere lucidità.
Il problema vero potrebbe essere quello se il nostro Laurenti abbia dichiarato nel tempo redditi di livello tale da consentirgli la costituzione di un patrimonio di cosi' significativa entità.
Se così non fosse, mi auguro la massima severità dal Fisco.
I Bückler, pero', capiscono e rispettano la differenza.

Saluti a tutti.

Samuel Adams