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domenica 5 gennaio 2014

Legge di stabilità, un'occasione perduta.


Caro Direttore,
la legge di stabilità è giunta in dirittura d’arrivo. Non serve essere economisti per capire che difficilmente potrà dare al Paese quella scossa tanto auspicata.
Assomiglia molto alle finanziarie degli anni ’80 con il classico assalto alla diligenza, o almeno di ciò che resta. Perché non è rimasto molto ormai.
Abbiamo persino dovuto assistere (per la prima volta nella storia Repubblicana) al primo decreto del governo ritirato dopo la fiducia del Parlamento. Va beh.
Scorrendo i provvedimenti si comprende come le poche risorse (poche, se non si vuole colpire la spesa pubblica) se ne sono andate in mille rivoli, in mille concessioni, in mille contributi e incentivi che poco serviranno a rilanciare un’economia asfittica come la nostra.
Forse si sarebbe dovuto concentrare tutte le risorse in un unico obiettivo. Il costo del lavoro per esempio e da lì cominciare finalmente a dire qualche no.
Non è stato fatto, e sarà l’ennesima occasione perduta.
E questo modo di procedere, a piccoli passi, rafforzerà altri sentimentii antieuropeisti. Ma è bene essere chiari.
Non è stata l’Europa a chiederci di sistemare i conti in questo modo. Non ci ha chiesto di rinviare le riforme o di bloccare le liberalizzazioni.
L’Europa non ci ha chiesto di tergiversare ogni volta che si tratta di tagliare la spesa pubblica, sprechi o quant’altro, anzi.
Non ci ha chiesto di alzare bandiera bianca davanti a un'evasione fiscale di dimensioni assurde.
Gli antieuropeisti lo devono sapere. Anche se, diciamo la verità, trovare un capro espiatorio è molto più semplice.
Ammettere errori (del passato e del presente) e rimboccarsi le maniche, lo è molto meno.
E costa fatica.

Un caro saluto

Johannes Bückler

05 Gennaio 2014 - Corriere della Sera - Bergamo - Leggi >>>>>

lunedì 16 dicembre 2013

La macchina del tempo. 1983


Mentre Craxi arriva al governo per la prima volta, la Cassa del Mezzogiorno compie 33 anni.
In lire (dell’82) aveva già speso 53.709 miliardi in infrastrutture e 94.988 miliardi in incentivi.
Inoltre gli impegni di spesa già superano i 33.000 miliardi per strade e porti, e 52.000 miliardi di finanziamenti a chi promette di creare nuovo lavoro. Come funziona? Semplice. Qualcuno ritiene che in un determinato luogo serva un porto? (capirete in seguito perché ho scelto il porto come esempio)
Nessun problema. Si butta giù un progetto, costo (per esempio) 20 miliardi l’anno, per tot anni (un numero qualunque; tutti sanno che ci vorranno più anni e più soldi) e, accompagnati da un politico, si presenta il progetto in una delle sedi decentrate di gestione dell’intervento straordinario. Un’occhiatina veloce (ma molto, molto veloce)  e si delibera: l’ente, o la persona, è autorizzata ad attuare il progetto che costerà 20 miliardi l’anno per tot anni. Punto. Realizzazione autorizzata e spesa da quantificare in corso d’opera.
(Una follia vero?)

I costi lievitano anche solo per l’inflazione a due cifre. In più i lavori non finiscono mai. Infatti una legge degli anni sessanta rende automatica (avete letto bene, automatica) la revisione dei prezzi sugli appalti e la liquidazione degli anticipi dopo un certo periodo di tempo (già stabilito per legge). In questo modo non è assolutamente conveniente finire l’opera nei tempi stabiliti (questa pazzia fu abolita solo nel 1993, trent’anni dopo la sua introduzione).

Oggi Craxi ha deciso che la Cassa del Mezzogiorno deve essere commissariata e il Presidente, tale Massimo Perotti, non l’ha presa bene.

E’ stato nominato un commissario che deve gestirne la liquidazione entro due anni. La DC ha imposto una persona nuova (sich!). Non è vero, scherzavo. La DC ha imposto che sia lo stesso Perotti a gestire il tutto. E vai.
Perotti si è messo al lavoro e ha comunicato che per completare i progetti esistenti la Cassa ha bisogno di altri 17.848 miliardi (ancora!!!), 6384 per la revisione dei prezzi e altri 3.000 per consulenza varie.
Qualcuno ha protestato? E quando mai. Nessuno ha avuto niente da dire.

Nessuno ebbe niente da dire. Nemmeno il 2 marzo 1984, quando Perotti fu arrestato per concussione.

Ricordate l’esempio del porto?
E' l'esempio per descrivere la qualità di quei progetti. Quando Perotti presenta la richiesta di altri soldi, a Sibari si sta costruendo (o meglio, si sta cercando di costruire) un porto da oltre vent’anni. Nel progetto originale la Cassa del Mezzogiorno voleva finanziare un’opera grandiosa. Un porto per attraccare petroliere da 250mila tonnellate (già… e c’è poco da ridere).
La parola magica è “petrolio” e l’obiettivo è di trasformare la Calabria in una nuova California. Qualcuno ci crede, a tal punto che l’Enel ha cominciato a costruire a Rossano una grande centrale elettrica. Il piano è: costruisco il porto, arrivano le petroliere e attraverso un oleodotto (collegato al terminal di scarico) faccio funzionare la centrale che alimenterà fabbriche e attività che nasceranno come funghi in Calabria. Bellissimo. Stupendo. Calabria come la California. Evviva.

Evviva un corno. Vi chiederete: ma alla fine il porto fu costruito? No. Non fu mai costruito. Il motivo? Avevano autorizzato i lavori, approvato il progetto, ma nessuno si era preoccupato di disporre un’indagine geognostica del terreno. Dopo 5 anni di lavori si scoprì che sotto il fondale c’era un “banco di argilla limosa di oltre 50 metri”. Dopo 5 anni e decine di miliardi buttati.
Per la cronaca Sibari era stata una stupenda città greca protesa sullo Ionio. Il geografo greco Strabone duemila anni prima ne aveva descritta la decadenza, dovuta proprio al fatto che non poteva munirsi di un porto. Ogni volta che i Greci ci avevano provato il mare lo aveva riempito di sabbia.
E adesso potete ridere. O piangere. O urlare che la colpa è tutta dell’euro. In questo caso studiamo almeno un pochino prima. Economia? No. La storia.

Johannes Bückler

domenica 30 giugno 2013

Quell'acconto Iperf che somiglia al saldo.

Caro Direttore,
da tempo si ritiene che per avere un Fisco più equo sia necessario spostare la tassazione dai redditi ai consumi.
Detto, fatto. Si è preferito rinviare l'aumento IVA trovando la copertura in un “anticipo forzoso” di Irpef, Ires e Irap.
Che sia meglio evitare di toccare l'Iva in un momento come questo è ovvio, ma mi chiedo: è veramente questa la strada da percorrere?
Non ho la presunzione di pensare che sia sbagliato tutto ciò che non riesco a capire.
Forse è sbagliato pensare che nei 150 miliardi di evasione fiscale ci siano tutti i soldi necessari, non solo per evitare aumenti di imposte, ma per arrivare persino a una loro diminuzione.
Forse è sbagliato pensare che in 800 miliardi di spesa pubblica ci siano sprechi che, eliminati, possano dare tutte le risorse necessarie al Paese.
Forse il 100% di qualcosa si chiama acconto e non saldo come ci hanno insegnato.
O forse la matematica è solo un’opinione. Dico forse.

Un caro saluto

Johannes Bückler

30 Giugno 2013 Corriere della Sera - Vedi qui >>>>>

giovedì 6 settembre 2012

Tasse e sprechi.


"Le tasse sono semplicemente i diritti che paghiamo per il privilegio di essere membri di una società organizzata”.
Bückler? No, Franklin Delano Roosevelt.
Fortunatamente (per lui) fu un Presidente degli Stati Uniti.
Fosse nato qui, avrebbe certamente avuto qualche problemino in più.
Infatti, da noi esiste la convinzione che gli incassi dello Stato vengano "sprecati" dalla Pubblica amministrazione e che tutto finisca in una spesa pubblica fuori controllo a uso e consumo di pochi.
La domanda che molti si pongono è : perché devo pagare le tasse senza avere niente in cambio?
Generalmente, lo rileva uno studio di qualche anno fa, persone propense all’evasione.
Ma è veramente così? A queste persone si potrebbe chiedere: non hanno figli, magari andati a scuola per anni?
Mai sofferto di mal di pancia che li ha costretti ad andare da un medico?
In un ospedale? Mai acquistato farmaci?
Pompieri o forze dell’ordine? Ai pensionati di oggi (che a suo tempo col lavoro pagarono le pensioni di allora), gliela vogliamo pagare la loro meritata pensione?
E i dipendenti pubblici (la maggior parte dei quali fa il suo dovere e basta co’ sta storia che tutti sono fannulloni) li paghiamo per il lavoro che svolgono?
Ci sono sprechi? Certo.
Inefficienze? Pure.
Robe dell’altro mondo? Anche.
Ma s’intervenga e si ponga rimedio, accidenti.
Nel frattempo paghiamole ste benedette (o maledette) tasse.
Perchè ”le tasse si pagano anche perché lo prescrive la legge, e le leggi, prima si rispettano e poi si cambiano”.
Roosevelt? No. Buckler.
Un caro saluto
Johannes Bückler

venerdì 13 aprile 2012

L'errore di aumentare l'Iva e non tagliare

Caro Direttore,
con l’arrivo dell’Imu la pressione fiscale per il 2012 è prevista intorno al 45%. Basta e avanza per ritenere che non esista più spazio per un ulteriore aumento di tasse.
Purtroppo il Decreto Salva-Italia che conferma la clausola di salvaguardia sull’Iva già prevista dal governo Berlusconi, potrebbe dare il colpo definitivo alla ripresa di questo Paese.
Se non si riuscirà a reperire risorse sufficienti scatterà un aumento dell’aliquota sui consumi.
In pratica da ottobre ci sarà un rialzo dell’IVA dal 21% al 23% e dal 10% al 12% più un ulteriore aumento dello 0,5% dal 2014.
Bückler lo ritiene un grave errore che causerebbe un probabile affossamento dell’economia di questo Paese.
Un’imposta di questo genere soprattutto non è equa perché colpisce indistintamente tutti e in particolare molte delle famiglie che già oggi faticano ad arrivare a fine mese.
L’unica conseguenza sarà una flessione dei consumi che oltre alle famiglie colpirà il commercio e le aziende che operano sul mercato interno. E tutto questo in una fase già recessiva.
Alcuni dati stabiliscono in 300 euro annui per una famiglia con un figlio, 400 con tre figli e via a salire.
Possibile che non ci siano alternative? 800 miliardi di spesa pubblica sono tutti indispensabili?
Un’occhiatina (eufemismo) dentro vogliamo mettercela?
Molto si recupererà dalla lotta all’evasione.
Utilizzare quei soldi (non messi a bilancio) per evitare ulteriori salassi?
E nella stessa lotta all’evasione si è fatto tutto il possibile?
Con i piccoli e medi evasori sicuramente, ma con i grandi?
Se è vero che è in atto una fuga di capitali verso paradisi fiscali, che dice di organizzare una spedizione per recuperarli?
Insomma, il governo cerchi risorse da qualche altra parte senza pensare ad aumenti di IVA.
Oltretutto direttore, indovini qual è l’imposta più evasa in Italia? Ecco, appunto.

Un caro saluto

Johannes Bückler

P.S. Comica la reazione dei partiti sull’uso improprio del finanziamento pubblico. “Queste cose non le tollereremo più!!!”. Loro. Figuriamoci noi.

Corriere della Sera 12 aprile 2012 Leggi >>>>>

lunedì 16 gennaio 2012

Un po' di chiarezza.

Cari Bückler,
vorrei, se possibile, fare un po’ di chiarezza su Cortina. Una premessa.
Dopo il blitz si sono susseguite ore e ore di trasmissioni televisive e radiofoniche.
Vi chiedo una sola cosa: secondo voi esiste un Paese al mondo che passi giorni a discutere se sia giusto o meno fare un controllo fiscale?
Ora sappiamo che i controlli fiscali, secondo alcuni, non è opportuno farli a fine anno. Presuppongo quindi nemmeno durante le feste di Natale e Pasqua.
A San Valentino? Meglio non disturbare gli innamorati. Di questo passo meglio evitarli nei giorni pari, nei giorni dispari invece si, ma solo se cadono il mercoledì.
Insomma. tutti convinti nel combattere l’evasione, ma ho l'impressione che sia sempre quella degli altri.
E’ un po’ come se uno fosse d’accordo con le liberalizzazioni, ma non quelle che riguardano la propria categoria. Saremmo proprio delle belle teste, non credete?
Veniamo alla "chiarezza" di cui accennavo sopra. Molti italiani hanno applaudito al blitz chiedendo però altri controlli in altre parti del paese.
Dispiace non aver letto o sentito di come L'Agenzia delle Entrate operi costantemente tutto l'anno e su tutto il territorio nazionale.
E sto parlando solo dell'Agenzia delle Entrate e non della Guardia di Finanza.
Sarebbe bastato andarsi a leggere i comunicati stampa dei mesi precedenti per capire che interventi come Cortina sono all'ordine del giorno e la reazione, quella sì, incomprensibile.
Reazione che non hanno avuto per esempio le Società di capitali di Ancona e Macerata dedite alla ristorazione d’alto rango che qualche giorno prima avevano avuto la stessa visita, cui il Fisco ha presentato un conto di oltre 3 milioni di euro.
Come l’operazione “Blitz Spritz Replay” eseguita nei locali del Veneto ai primi di Dicembre che ha portato a incassi superiori al 229% rispetto all’ordinario. Nella stessa data in alcune discoteche il Fisco ha portato la stessa fortuna, aumentando gli incassi fino al 140%.
E l’operazione a Perugia dei primi di novembre nelle sale da ballo dove sono stati scoperti scostamenti significativi tra scontrini e incasso?
E l’operazione Halloween II in 29 locali dell’Emilia Romagna dove 15 non emettevano scontrini o avevano lavoratori in nero?
E l’operazione a settembre a Campobasso?
E i controlli sulle associazioni sportive di Genova a settembre?
E le operazioni di fine Agosto a Napoli, Salerno, Caserta, Benevento, Avellino?
Incassi che sono lievitati anche a Marghera lo stesso periodo?
E i “momenti di evasione” di Rimini per 4 milioni di euro?
E l’operazione sulle coste pugliesi?
E le indagini “a tutta spiaggia” a Cagliari, Olbia e Costa Smeralda?
E i maggiori ricavi per oltre 1 milione di euro sul litorale romano?
Cortina vi sembra un caso isolato?

Vorrei inoltre fare una considerazione anche sul discorso che in fondo l’evasione fiscale non è il problema principale di questo Paese.
Al di là delle considerazioni emerse anche nel nostro blog che condivido (come potrebbe essere diversamente), vorrei rispondere soprattutto agli scienziati politici (quelli che parlano difficile per capirci) che in questi giorni ci stanno raccontando che l'evasione è un falso problema e che è la spesa pubblica il problema vero.
Ora.
Qualcuno dovrebbe spiegarmi la sgangherata idea per cui l’una debba necessariamente escludere l’altra.
Sostenere una giusta lotta all’evasione significa forse assecondare l’eccessiva spesa pubblica? Significa assecondare una burocrazia asfissiante?
Significa assecondare una politica di privilegi?
Se questo Paese da 40 anni aspetta riforme, cambiamenti e trasformazioni lo deve proprio a quello che altri scienziati politici (sempre quelli che parlano difficile) chiamano “benaltrismo” che possiamo tradurre con “ci vuole ben altro”.
Ogni volta qualcuno ti viene a dire che i problemi sono altri (lo vediamo in questi giorni con la prospettiva di alcune liberalizzazioni).
Se a questo aggiungiamo la massima espressione del principio che da sempre ci contraddistingue, cioè quello del “a pagare comincia prima tu, che a me viene da ridere”, capiamo perché siamo diventati il Paese che siamo.
Ogni volta la stessa storia.
Vuoi fare un provvedimento che tocchi una categoria?
E’ “ben altra” la categoria da toccare.
E se provi a toccare quest’ultima ecco spuntare una “ben altra”.
I privilegi della politica? "Passiamo oltre, non sono questi i problemi" (e te pareva).
E così di categoria in categoria alla fine si finiva sempre per colpire i soliti noti e i pensionati. Questo governo, forse per dimostrare di essere diverso, ha cominciato dalla fine, proprio dai pensionati. Ora che tocca ad altre categorie ecco spuntare il "benaltrismo".
Ora Bückler ha un dubbio (lo so, sono recidivo).
Al di là di ogni considerazione personale, è possibile per questo governo tecnico riuscire, dopo il rigore, a mettere un po’ di equità (quella che i latini definivano come legge non applicata rigidamente, ma temperata da umana e indulgente considerazione) nei suoi provvedimenti, quando ha per sua natura, al posto del cuore, un grafico a torta?
Un dubbio, solo un dubbio.

Un caro saluto

Johannes Bückler


P.S. I comunicati stampa degli interventi dell'Agenzia delle Entrate li potete trovare sui siti delle Direzioni Regionali.