Caro Direttore,
che tristezza. E che rabbia nel vedere come sono utilizzati i soldi di coloro che pagano le tasse (gli altri non sono autorizzati a lamentarsi).
Per non parlare dell’irritazione nel sentire da queste persone “Queste cose non le tollereremo più!!!”. Loro.
Eppure qualcuno ci aveva avvertito.
Nell’aprile di quest’anno la commissione Greco (Groupe d’Etats contre la corruption, l’organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa) aveva reso pubblico un rapporto sui partiti italiani e sui loro meccanismi di utilizzo del denaro pubblico.
Bastava leggere quel rapporto e operare di conseguenza.
“Meccanismi poco trasparenti, controlli inefficienti, possibilità di controllo da parte dei cittadini inesistenti”.
E se non bastasse “le sanzioni, in caso di violazioni, troppo basse e, comunque, inefficaci a causa di un sistema giudiziario inceppato”.
Eppure strano a dirsi (va beh nemmeno tanto strano) siamo uno dei pochi Paesi a non aver ancora recepito la Convenzione sulla Corruzione.
Quindi cosa aspettiamo ad approvare il decreto anti-corruzione?
Cosa aspettiamo a mettere insieme un sistema di controllo più efficace?
Che tutto sia pubblicato on-line.
Non solo le dichiarazioni dei redditi con relative situazioni patrimoniali e finanziarie durante tutto l’arco dell’attività politica, ma anche tutte le delibere, le decisioni a tutti i livelli e soprattutto le spese effettuate.
La tecnologia c’è? Usiamola una buona volta.
Anche se Bückler, ingenuamente, si domanda: perché si continua a scegliere rappresentanti e un attimo dopo pretendere dagli stessi (sich!) di darsi regole e leggi per non appropriarsi di denaro pubblico?
Non si farebbe prima a votare gente onesta?
Un caro saluto
Johannes Bückler
che tristezza. E che rabbia nel vedere come sono utilizzati i soldi di coloro che pagano le tasse (gli altri non sono autorizzati a lamentarsi).
Per non parlare dell’irritazione nel sentire da queste persone “Queste cose non le tollereremo più!!!”. Loro.
Eppure qualcuno ci aveva avvertito.
Nell’aprile di quest’anno la commissione Greco (Groupe d’Etats contre la corruption, l’organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa) aveva reso pubblico un rapporto sui partiti italiani e sui loro meccanismi di utilizzo del denaro pubblico.
Bastava leggere quel rapporto e operare di conseguenza.
“Meccanismi poco trasparenti, controlli inefficienti, possibilità di controllo da parte dei cittadini inesistenti”.
E se non bastasse “le sanzioni, in caso di violazioni, troppo basse e, comunque, inefficaci a causa di un sistema giudiziario inceppato”.
Eppure strano a dirsi (va beh nemmeno tanto strano) siamo uno dei pochi Paesi a non aver ancora recepito la Convenzione sulla Corruzione.
Quindi cosa aspettiamo ad approvare il decreto anti-corruzione?
Cosa aspettiamo a mettere insieme un sistema di controllo più efficace?
Che tutto sia pubblicato on-line.
Non solo le dichiarazioni dei redditi con relative situazioni patrimoniali e finanziarie durante tutto l’arco dell’attività politica, ma anche tutte le delibere, le decisioni a tutti i livelli e soprattutto le spese effettuate.
La tecnologia c’è? Usiamola una buona volta.
Anche se Bückler, ingenuamente, si domanda: perché si continua a scegliere rappresentanti e un attimo dopo pretendere dagli stessi (sich!) di darsi regole e leggi per non appropriarsi di denaro pubblico?
Non si farebbe prima a votare gente onesta?
Un caro saluto
Johannes Bückler