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lunedì 29 luglio 2013

Dall'arte a Luna Rossa. C'è un'altra Bergamo.

Caro Direttore,
per Bergamo, salire all’onore delle cronache per fatti che definire spiacevoli è dire poco, non è una novità.
Ci siamo abituati. Quante volte la nostra provincia è stata accostata a qualcosa che niente ha a che vedere con la tradizione, l’indole e la creatività della gente bergamasca.
Tante, forse troppe. Noi sappiamo invece, (ed è giusto andarne fieri) che Bergamo e i bergamaschi non sono quella roba lì e ci sono definizione che rispecchiano al meglio questa nostra terra.
La classica “Bergamo città d’Arte” per esempio, che si è guadagnata sul campo.
Attraverso le opere di Michelangelo Merisi, le nature morte di Evaristo Baschenis o i ritratti di Giovan Battista Moroni.
Ma non solo arte. “Bergamo città di campioni” come Giacinto Faccetti, Felice Gimondi e Giacomo Agostini.
E potremmo persino spingerci oltre. A una Bergamo terra di santi (come il nostro amato Papa Roncalli), poeti (pensando alla poetessa Paolina Secco Suardo Grismondi o al grande Pietro Ruggeri da Stabello) e perché no, persino di navigatori.
Insomma, proprio di navigatori no, via, ci manca la materia prima.
Ma di qualcosa molto vicino al mare sì, ricordando gli splendidi scafi di Luna Rossa (e non solo) usciti dalla Persico S.p.A. di Nembro.
Un’azienda, quella di Pierino Persico, che dovrebbe essere accostata di diritto a eccellenze bergamasche ben più note.
Insomma. Bergamo è tante belle cose, anche se meno rumorose.
Al rumore, al limite, ci pensa sempre qualche nostro rappresentante. Ma di questo non dobbiamo preoccuparci troppo.
In fondo, i latini ci avevano già avvisato: “Vasa inania multum strepunt”. “I vasi vuoti fanno molto chiasso".
Quindi, tranquilli.

Un caro saluto

Johannes Bückler

11 Luglio 2013 Corriere della Sera - Bergamo - Vedi qui >>>>>

domenica 28 luglio 2013

F35 e i miliardi per la crescita.

Il Parlamento prenderà in esame l'acquisto degli F35 che costerebbero 12 miliardi e cifre spropositate per la loro manutenzione.
Da cittadino che paga le tasse avrei il diritto di sapere di quanto salirà il costo della difesa aeronautica per il nostro malandato bilancio e perché si sono scelti proprio gli F35 molto discussi anche negli USA.
Non c'era altra scelta nelle produzioni molto avanzate nel settore di aerei americani, russi o israeliani, che servissero allo scopo?
La lobby degli F35 insiste sul fatto che alcune lavorazioni delle ali e di assemblaggio, invero a scarso valore aggiunto, verrebbero fatte in Italia.
Ma risparmiando alcuni miliardi non potremmo finanziare produzioni italiane di alta tecnologia delle quali, anche il Corriere recentemente, ha ricordato l'estrema necessità per la crescita del nostro Paese?

Cordiali saluti.

Domenico Spedale - Milano

sabato 27 luglio 2013

E' vero: Fassina ha sbagliato.

Caro Johannes,
hai perfettamente ragione, Il viceministro dell'economia ha veramente sbagliato nelle sue ormai famose esternazioni, in casa Confcommercio, circa "l'evasione di sopravvivenza".
Che sia un grosso errore politico, lo lasciamo affermare dai suoi "compagni" di cordata.
Che sia una scivolata mediatica e' sotto gIi occhi di tutti.
Che alla base ci sia un macroscopico errore tecnico, lo hai sottolineato tu.
Su quest'ultimo aspetto vorrei aggiungere alcune riflessioni, consapevole di usare rappresentazioni "a rischio paradosso" ma, a mio parere, utili per scuotere l'intollerabile generale assuefazione ad accettare le affermazioni espressamente banali che sentiamo ripetere in ogni dove.
Sostenere che perché una realtà economica possa sopravvivere, in momento di crisi, si possa pensare (rectius: essere costretti) all'evasione e' un non senso.
Le tasse/imposte colpiscono in linea di massima (eccezioni ce ne sono e non poche, basti l'Irap!) la ricchezza prodotta (ricavi meno costi) molto o poca che sia, ma, evidentemente, non possono certo superarla.
In altri termini costituiscono una componente con il segno meno che, pertanto, va' a sottrarsi a quella (necessariamente più' consistente) con il segno più per antonomasia, il reddito lordo. Se quest'ultimo e' pari a 100 e pago il 60% di tasse/imposte mi rimane comunque 40. Non fallisco, non cesso l'attività, forse non riesco ad arrivare a fine mese.
Se, per raggiungere quest'ultimo obiettivo, devo organizzare la gestione della mia attività autonoma eliminando la voce "tasse/imposte" significa che opero in concorrenza sleale e che sicuramente inquino (in senso negativo) il mercato in cui mi inserisco.
Detto in altri termini: se non sopravvivo rispettando le regole devo uscire dalla mia attività per assenza del minimo di economicità, vuoi perché il mercato non la può offrire vuoi per mia "incapacità" (a volte dovuta a sfortuna).
Di sicuro, se sopravvivo evadendo, chiedo alla collettività di aiutarmi, con gli effetti distorsivi appena ricordati.
In ogni caso, giova ripeterlo, il carico fiscale determina il reddito residuo spendibile, non sorge laddove non ci sia reddito. Altro problema e' constatare che quel 60% del mio esempio risulti un valore troppo alto, con la conseguenza che necessitano più articolate considerazioni.
Nel contesto in cui ha parlato anche il "nostro" Fassina, e' stato affermato che l'evasione raggiunge la ragguardevole cifra di 272 mld di euro, pari al 17,4% del PIL.
Confesso che mi sono sempre chiesto come si riescano a formulare certi numeri. Il mio personalissimo convincimento e' che la realtà sia molto più drammatica, raggiungendo entità nettamente superiori.
Altrimenti che significato dare ai redditi medi (dichiarati, cioè ancora al lordo delle tasse) di commerciati, albergatori, ristoratori, gioiellieri, tassisti, professionisti e chi più ne ha più ne metta?
Sappiamo tutti che si attestano a livelli oscillanti tra l'indigenza e la "tranquillità economica", rarissimamente toccando il "benessere", il che porta a sospettare che il livello reale di evasione sia ben più significativo di quanto ci viene raccontato.
A questo punto si apre uno scenario più ampio. Ho già abusato della pazienza dei Bukcler, lo riprenderò la prossima volta.

Un caro saluto a tutti

Samuel Adams

venerdì 26 luglio 2013

Perchè Fassina ha sbagliato.

il viceministro dell’Economia (mica bruscolini) va a un convegno e dichiara che “esiste un’evasione di sopravvivenza”, di fatto giustificandola.
Ora. Che un politico vada a un convegno della Confcommercio e dica queste cose passi.
Al prossimo convegno dei pensionati dirà l’esatto opposto, tranquilli.
E’ vecchia politica, cose già viste. Ma Fassina è un viceministro, dell’Economia per giunta, quindi è chiaro che ha sbagliato.
Ha detto solo una banalità? Allora ha sbagliato due volte.
Perché da un viceministro come da un ministro o da un Presidente del Consiglio non ci si aspetta banalità.
Non ci si aspetta dichiarazioni del tipo “le tasse sono alte” (altra banalità).
Se la pressione fiscale è alta (e Dio solo sa quanto) ci si aspetta che faccia qualcosa per abbassarla, accidenti.
Perché non lo fa? Perché un governo perde mesi a parlare di una tassa (l’Imu) che ha in sé qualche barlume di equità, e non di una tassa ingiusta (questa sì) come l’Irap?
Fra l’altro Fassina ha preso una cantonata. Il motivo è presto detto.
Supponiamo di avere due commercianti, due liberi professionisti o due imprenditori, fate voi. E’ un momento di crisi per tutti, ma uno paga le tasse regolarmente (anche a costo di molti sacrifici), mentre l’altro, che di sacrifici magari ne vuole fare ben pochi, evade bellamente.
Domanda: tra i due, chi alla fine sarà più in difficoltà? E a questi chi ci pensa?
Qualcuno sta forse pensando ai 65000 sfratti, la maggior parte dovuti alla crisi?
Perché allora non si giustifica anche questo invece di portare avanti lo sfratto? (magari dalle stesse persone che giustificano l’evasione per sopravvivenza).
Qualcuno forse sta pensando ai milioni di pensionati da 500-1000 euro al mese?
Dare loro qualche possibilità? Sempre in nome della “sopravvivenza” naturalmente.
Qualcuno sta forse pensando alle famiglie di lavoratori dipendenti in difficoltà? Si tolga allora il sostituto d’imposta che di richieste di “sopravvivenza” qui si abbonda.
Insomma, Fassina ha sbagliato perché, di politici che dicono banalità, non sappiamo che farcene.
Il Paese ha ormai bisogno di qualche fatto in più. E magari di qualche convegno in meno.

Johannes Bückler

giovedì 25 luglio 2013

Le promesse fiscali (da rispettare).

Caro Direttore,
si pensava che il tema della lotta all’evasione si fosse attenuato.
Prendiamo atto con soddisfazione delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che ha tenuto a ribadire alcuni concetti fondamentali.
Per esempio che “le tasse solo alte perché non tutti le pagano”. E fin qui.
Che “gli italiani che hanno portato i soldi fuori devono sapere che non è come cinque o dieci anni fa. Su questo faremo una lotta senza quartiere all’evasione fiscale” (finalmente ci sarebbe da dire).
E ancora “l'impegno a usare tutti i soldi che verranno dalla lotta all'evasione per abbassare la pressione fiscale”. Applausi.
Tutto ciò è musica per le orecchie di chi (i soliti noti) sono costretti (da anni) a pagare servizi anche a furbetti vari.
Furbetti che non hanno ancora capito che qui non è più solo una questione di equità.
Che di questo passo (prima o poi) anche i polli di Trilussa si esauriscono.
Quindi aspettiamo fiduciosi. Facciamo tutto questo e facciamolo in fretta.
Perché il clima sarà pure cambiato, ma ai cittadini serve a poco prendere impegni, fare dichiarazioni o quant’altro.
Ai cittadini serve ormai una cosa sola. Fatti.

Un caro saluto

Johannes Bückler

25 Luglio 2013 Corriere della Sera - Vedi qui >>>>>

mercoledì 24 luglio 2013

E lo chiamavano governare (3)


14 Gennaio 1983
362.000 miliardi di lire.
Tanto ormai il debito da rinnovare.
Quello che lascia stupiti è che la metà sono stati contratti nei prima 115 anni dall’Unità d’Italia.
L’altra metà negli ultimi quattro anni. Già.
A questo si aggiunge che le aste dei Bot e Cct sono quasi sempre un fiasco, tanto che ormai la metà rimane invenduta.
Ma torniamo a quei 2000 miliardi da trovare, il tempo stringe. Possono i politici fermarsi di fronte a così poco?
Infatti Goria ha un’intuizione “E se facessimo una leggina per ampliare il fido? Aumentiamo quel benedetto 14%, lo portiamo al 16% e chi si è visto si è visto.
"Già, ma poi la Banca d’Italia chi la sente?
E poi quel 2% basta? Se quelli là non ci comprano i titoli invenduti siamo punto e a capo. Qui ci vuole un’idea”. Ed eccola. Si chiama “Anticipazione Straordinaria”. Soldi che la Banca d’Italia può prestare per un anno. Ottimo, per prendere un po’ di tempo è la soluzione migliore. E dove li va a prendere? Semplice. Si “stampano” dal niente. Soldi che non rappresentano certo la ricchezza del Paese.
Quindi se la ricchezza è sempre la stessa, ma i soldi sono di più, ce ne vogliono sempre di più per comprarla.
Come si chiama questa cosa? Aspettate, ah sì, inflazione.
E che vuoi mai che sia un punto di inflazione.
Certo, come no. Il 1982 si è chiuso con un’inflazione del 16,5% e giusto ricordare che la promessa del governo è di riportarla almeno al 13.
Però il 26 gennaio (ultimo giorno di rientro del fido) si avvicina, accidenti.
Non c’e tempo da perdere. E così Goria ha appena portato in Parlamento il disegno di legge con cui la Banca d’Italia è autorizzata a concedere al tesoro un’anticipazione straordinaria di 8mila miliardi di lire. E avanti.


Naturalmente la Banca d’Italia obbedirà, ma non le mandò a dire e definì quello strumento “Un vero e proprio strumento da tempi di guerra per finanziare l’incapacità del governo e il Parlamento di arginare il dilagante deficit pubblico che alimenta l’inflazione. Ricordiamoci tutti che la Banca Centrale non deve ridursi a una tipografia che stampa carta moneta ricadendo nei rapporti medievali tra il Re e il suo banchiere. E’ assolutamente sbagliato immettere nel sistema carta straccia anziché ricchezza”.
Già, ma il consenso era più  importante. Anche se di carta straccia.
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L'enorme debito pubblico che abbiamo (che blocca il Paese) non è la conseguenza di chissà quali oscuri complotti, ma il risultato matematico dell’operato di governi con la complicità di buona parte del Paese.
Quei governi stavano mangiando il futuro dei nostri figli e a tutti stava bene.
Proprio a tutti no, ma questa è un'altra storia.

Johannes Bückler

E lo chiamavano governare. (1) (2) (3) (4)

Alla prossima...

giovedì 18 luglio 2013

Il coraggio della Sincerità.

Caro J.B.
mi capita non di rado di leggere le vostre mail con le quali mi trovo speso in sintonia.
L'ultima (almeno credo) sull'IMU mi trova pienamente d'accordo; che si abbia il coraggio di scegliere si tassare i consumi più che i beni.
Si scoraggia la economia? Dovremmo certo vedere i modi e i tempi ma di sicuro resta la principale strada da percorrere.
Il fatto che la politica sceglie di non scegliere (anche soggetti nuovi politicamente) a lungo andare si adeguano al sistema Paese, si preoccupano di curare il proprio piccolo orto di riferimento piuttosto che lanciare la sfida della riforma complessiva, non solo dello stato, perché ciò ormai non basta, ma quello ben piú importante della società.

Sono straniero da vent'anni in Italia, e nel mio piccolo impegnato in politica. Spesso mi sono sentito dire: non sei nato qua, perciò non puoi capire fino in fondo. Forse è vero, ma è anche vero,che essere nato qua, penalizza la visione distaccata che serve per affrontare di petto i nodi di questo Paese.
Solo per fare un esempio a me vicino: mi ho sempre chiesto perché per una parte della società e area politica se parlo di immigrazione e cittadinanza va bene,ma se nel contempo parlo di attenzione ai punti poco chiari,commercio Cinese piuttosto che occupazione di immobili da soggetti non bisognosi o ancora la sporcizia o il poco decoro in taluni locali e feste vengo additato come nemico di Destra(quasi fosse un delitto poi), insomma nocivo alla "Causa".

C'è bisogno di un maggior impegno di forze fresche,consapevoli però che, solo lavorando, liberi da ogni legame e condizionamento e con l'unico impegno di lavorare per le generazioni future. Che poi vorrebbe dire essere parte di una società o meglio ancora di un Paese, l'Italia, per la quale vale orgogliosamente lottare, immaginando un futuro diverso perché migliore.
Si leggerà questo modesto messaggio le auguro vivamente di cuore tanti auguri e la prego,non smetta mai di scrivere che ci sono persone come il sottoscritto che trovano i suoi pezzi stimolanti e utili.

Cordiali saluti.

Carlos Pacheco

mercoledì 17 luglio 2013

Se il politico orobico fa il prezioso più di Trichet.

Caro Direttore,
fin dalla nascita di Bückler mi vedo spesso costretto a chiedere informazioni usando la classica e-mail.
Fu così nell’agosto 2011 quando chiesi alla BCE, in base all’art.1 della decisione Bce 2004/3, di conoscere il contenuto della lettera inviata al nostro governo non ancora divulgata.
Entro i venti giorni previsti, mi arrivò una risposta negativa che mi costrinse ad insistere presso il Comitato esecutivo della stessa Banca Centrale.
La risposta arrivò ancora una volta nei termini fissati a firma dello stesso Presidente Jean Claude Trichet.
In seguito Bückler ha scritto a diverse ambasciate, a quotidiani come Bild, a diverse personalità sparse nel mondo ricevendo sempre risposte cortesi e dettagliate.
Perché dico questo? Perché è mai possibile che poi scrivi un’e-mail a un amministratore o politico bergamasco e vigliacco (quando ci vuole ci vuole) se qualcuno ti risponde?
Ho perso il conto delle e-mail scritte ad assessori, sindaci, politici di Bergamo e Provincia.v Risposte? Una sola, quella dell’Assessore alle Politiche sociali e Pari Opportunità di Bergamo Dottor Callioni (che ringrazio).
Il resto, zero.
Giorni fa ho scritto una mail a un sindaco della nostra provincia e nello stesso tempo all’Ambasciata Italiana a Berlino.
Sono bastati 45 minuti per avere tutte le risposte dall’Ambasciata.
E dal sindaco? Ancora niente.
Allora vorrevi ricordare a politici e amministratori che sarebbe cosa buona e giusta avere un minimo di considerazione per noi cittadini. Che la politica dovrebbe esserci vicina sempre e non solo quando si tratta di usare matite copiative.
A meno che la spiegazione sia molto più semplice.
Che non sia solo il coraggio che uno non si può dare, come diceva Don Abbondio. Che per qualcuno, anche l’educazione.

Un caro saluto

Johannes Bückler

11 Luglio 2013 Corriere della Sera - Vedi qui >>>>>

domenica 14 luglio 2013

Acquisizione Loro Piana.

Caro Johannes,
leggo svariati, spesso acuti, interventi sulla stampa. Fra questi Penati su Repubblica, che lamenta la mancanza in Italia di un soggetto "aggregatore", Castronovo sul Sole 24 ore che ne ritrova la causa nelle difficoltà connesse col ricambio generazionale e nella mancanza " nel nostro sistema finanziario di sponde adeguate" ecc.

Sul primo punto non conosco abbastanza l'azienda Loro Piana per esprimermi. Rilevo tuttavia che l'eventuale erede di una qualsiasi PMI italiana, beninteso se la vita gli riserva delle alternative, per accettarne la successione deve essere animato da forte passione e non da motivazioni economiche. Infatti la tassazione (company tax rate) è la più alta d'Europa.
Ad essa va aggiunta l'imposizione personale sui dividendi e, se il soggetto ricopre come è normale la carica di Amministratore Delegato, va ancora aggiunto il carico dei contributi INPS (in ogni caso dovuti da qualsiasi amministratore che non lavori gratis!).

Sul secondo punto i problemi, insolubili, nascono dal nostro sistema bancario. Ipotizziamo infatti il caso opposto, cioè che una azienda italiana voglia acquistarne una francese. Se Castronovo ha ragione (e io, nella mia modesta esperienza, purtroppo concordo) è molto probabile che l'azienda italiana incontri mille difficoltà nell'ottenere il finanziamento.

Il punto, a mio parere, è che il nostro sistema bancario paga un vizio d'origine e cioè la proprietà attribuita, a suo tempo, alle Fondazioni bancarie. Queste sono costruzioni intelligenti che risolsero brillantemente un problema ( non per nulla le pensò un politico di rara qualità) ma ahimè autoreferenziali e alla fine fondate sulla "politica di relazioni".
L'imprenditoria e il rischio stanno altrove.
Non che in Francia non esista la politica di relazioni (il caso Tapie insegna) ma lì non esiste solo quella. Da noi le Banche si sono sbilanciate per la Sai-Fondiaria di Ligresti, per la Carlo Tassara di Zaleski, per la Risanamento di Zunino ecc.
E non per nulla un astuto signore franco-polacco è venuto da noi a fare la sua corsa indebitandosi ben bene. Qualche volta le Procure intervengono, e bene fanno, ma non c'è mai un padrone che si incavola.
Questo è il problema.

Cordiali saluti

VANNI PAOLETTI, Cavaliere del Lavoro

Modifica dei requisiti per godere della pensione.

Hanno rubato il futuro ai giovani, a loro verrà erogata una pensione con il metodo del contributivo che sarà al massimo il 50% dell’ultimo stipendio, e continuano a rubare soldi che non sono loro, facendo leggi che proteggono chi già lavora in particolare gli alti dirigenti dello stato.

Occorre stabilire un tetto massimo alle retribuzioni e far si che le pensioni di anzianità non possano essere superiori a quanto sarebbe dovuto calcolando il 150% dei contributi effettivamente versati, ovvero riducendo la percentuale della pensione maturata fino all’80%, già applicata al fondo volo conglobato nell’inps.

Nell’ultima legge che ha affrontato il tema sono modificati, aumentandoli, il limite di età, gli anni di contributi necessari, non si è presa in considerazione la modifica della norma di calcolo che limiti il massimo, ci riferiamo al tetto massimo dell’ottanta per cento della retribuzione pensionabile, applicato al fondo dei naviganti, confluito nell’inps e che dovrebbe essere esteso a tutti, magari graduando la percentuale in funzione dell’importo es. 100% fino a 20.000 €, 95% fino a 25.000€, 90% fino a 30.000 €, 85% fino a 35.00€, 80% per somme superiori a 40.000€.

Interrompiamo la pessima abitudine di promozioni dell’ultimo momento, escludendo dal calcolo le variazioni economiche degli ultimi 3 anni.
Destinare le risorse risparmiate a finanziare lo sgravio dei contributi alle assunzioni di giovani.

Pietro Angellotto

giovedì 11 luglio 2013

Le tasse sulla casa (per chi le paga) e i redditi da rilanciare.

Caro Direttore,
“analizza i fatti, e parla con i dati”. E allora parliamo con i dati per quanto riguarda l’IMU.
Un quarto delle abitazioni principali è risultato esente dall’imposta.
Sul restante il 36,4% ha pagato meno di 100 euro, e meno di 200 euro il 62,05.
Il 30% del totale è stato versato dal 6,8% dei proprietari pagando più di 600 euro.
Cosa ne esce analizzando questi dati. Che pensare di rilanciare i consumi eliminando questa imposta è perlomeno curioso.
Buckler è una persona discretamente agiata.
I soldi risparmiati dall’IMU finirebbero in un aumento dei suoi consumi? Assolutamente no, e per un motivo semplice.
Chi è agiato o discretamente agiato i suoi consumi non li ha mai ridotti.
Magari gli sprechi, che è diverso, ma non i consumi.
Se si vuole veramente rilanciare i consumi esiste una sola soluzione: mettere qualche soldo in più nelle tasche di chi non riesce a spendere da tempo.
Chi è precario, chi ha perso un lavoro, insomma, chi è in difficoltà.
Magari togliendoli a chi ha costruito il suo patrimonio immobiliare con redditi “esenti” da imposte, quello sì.
Persone che difficilmente hanno evitato di pagare l’Imu stante che i redditi li puoi nascondere, ma gli immobili è un tantino più difficile.
E vuoi vedere che…

Un caro saluto

Johannes Bückler

11 Luglio 2013 Corriere della Sera - Vedi qui >>>>>

sabato 6 luglio 2013

Andarsene per darla vinta a loro? No, grazie

Qualche giorno fa su Italians di Beppe Severgnini è apparsa questa lettera dal titolo "L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo".
La potete trovare qui >>>>>. Bückler ha voluto dire la sua.


Caro Beppe, ho letto lo sfogo di Aldo “l’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo”.
Mi chiedo se sia questa la conclusione che possa descrivere al meglio il momento che stiamo attraversando.
Per carità, basta sfogliare un giornale per avere la netta impressione che la nave stia per affondare.
Una nave dove la ciurma è stanca e confusa e dove i timonieri, in un continuo alternarsi, sono spesso incapaci di deciderne la rotta.
Dove molta parte dell’equipaggio passa il tempo a praticare lo sport nazionale del lamento continuo e dove molti, spacciandosi per economisti, non perdono occasione per prefigurarne a breve l’affondamento.
Fortunatamente, essendo economisti all’amatriciana, la cosa va avanti da anni.
Certamente il momento è difficile, ma siamo veramente sicuri che i quattro cavalieri dell’Apocalisse abbiano ormai scelto il nostro Paese per la loro ultima cavalcata?
Ho qualche anno più di Aldo, e da decenni sento parlare dell’Italia come di un Paese invivibile, di un Paese in perenne agonia.
Eppure siamo ancora qui e, accidenti, siamo o non siamo diventati un grande Paese?
Certo, il quadro a volte è desolante: evasione fiscale e corruzione, sprechi di risorse immani e una politica capace a volte di creare problemi invece di dare soluzioni.
Non parliamo poi del senso civico ormai prossimo allo zero. In un Paese con senso civico appena sufficiente i cittadini dovrebbero essere orgogliosi di contribuire a tenere a galla la nave.
Tutti, e non i soliti noti.
Però prendiamo atto che la nave è robusta, e nel tempo ha dimostrato di poter resistere a tempeste ben più terribili trovando persino la forza per arrivare in acque più tranquille.
E vogliamo proprio dirla tutta? Nonostante timonieri spesso in altre faccende affaccendati (l’ho detto).
Quindi? Ora che la nave è nell’ennesima tempesta, che facciamo? Facciamo quelli che scappano?
Imbarchiamo acqua e corriamo alla prima scialuppa piuttosto che metterci a lavorare di secchio?
Aldo conclude dicendo: “Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove”.
Per darla vinta a loro? No, grazie.

Johannes Bückler

06 Luglio 2013 Corriere della Sera - Italians di Beppe Severgnini - Vedi qui >>>>>