Disclaimer

Al fine di mantenere il blog nell'ambito di un confronto civile e costruttivo, tutti i commenti agli articoli espressi dai lettori verranno preventivamente valutati ed eventualmente moderati. La Redazione.
Visualizzazione post con etichetta leggi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta leggi. Mostra tutti i post

mercoledì 23 maggio 2012

I municipi hanno troppi alibi.


Caro Direttore,
chiariamo un punto: quando arriva una cartella di Equitalia, è perché qualcuno non ha fatto il proprio dovere di cittadino.
Infatti la maggioranza degli italiani non ha problemi di questo tipo.
Non facciamo di eventuali errori (le cosiddette cartelle pazze) un alibi.
Spesso la colpa è proprio di quei comuni che oggi si fanno grandi nel voler lasciare l’agenzia dimenticando che esiste da tempo una legge che glielo impone.
Perché non l’hanno attuata? Forse perché non sono in grado.
Forse perché i soldi che vengono recuperati fanno cassa, o forse perché meglio lasciare tranquilli i propri elettori.
Si vogliono creare nuovi duplicati? E chi li paga? I soliti cittadini onesti? Te pareva.
Diciamolo, siamo proprio delle belle teste. Eppure il problema si poteva risolvere in modo semplice.
Non certo diminuendo l’aggio che favorisce solo i veri evasori e non risolve certo i problemi di chi si trova veramente in difficoltà.
In alcuni stati americani quando il fisco riconosce nel contribuente un’effettiva difficoltà a pagare le tasse, chiede per quella tornata 1 cent per ogni dollaro di tassa evasa.
Molto tolleranti quindi con contribuenti che non ce la fanno e poco, ma poco, ma poco, anzi pochissimo con gli altri evasori.
Questo dovrebbe fare un Paese civile, fare queste tipi di leggi e dare questi strumenti in mano a chi deve poi fare la lotta all’evasione.
Invece cosa succede da noi? Succede che tutti si lamentano delle tasse (e fin qui), però poi questi tutti si dividono in due categorie: chi le tasse le paga e continua a pagarle, e chi non le paga e si lamenta pure se malauguratamente viene beccato.
E oltre a lamentarsi cercano di creare consenso intorno a loro (trovandolo persino in partiti politici).
Sia chiaro, anche negli altri Paesi sorgono movimenti che chiedono una minore tassazione, ma le tasse prima le pagano, e poi protestano, perché le leggi prima si rispettano e poi si cambiano.
Da noi, (per colpa di quella lieve controtendenza) ci siamo portati avanti.
Prima abbiamo creato i movimenti e poi forse in futuro chissà, cominceremo a pagarle tutti ste tasse.
Un invito quindi: smettiamola di prendercela con chi cerca di riparare ai danni compiuti da altri.
E ricordiamoci sempre che come diceva Alberto Sordi : “le tasse che ci chiedono sono altissime perché tanto sanno che ne paghiamo la metà”.
Peccato che a pagarle siano sempre i soliti noti, aggiungo io.
Un caro saluto
Johannes Bückler

22 maggio 2012 Corriere della Sera - Bergamo. Leggi qui >>>>> e qui >>>>>

sabato 17 marzo 2012

Non servono santi, bastano galantuomini.


Caro Direttore,

Machiavelli sosteneva che fosse impossibile coniugare politica e onestà.
E qualcuno ai giorni nostri avvalora questa tesi affermando che in fondo a un politico, a un medico, ingegnere o qualsivoglia professionista non si deve chiedere di essere onesto, ma competente.
Come se l’una (l’onestà) escludesse l’altra (la competenza).
E continuano dichiarando che solo la mancanza di quest’ultima causerebbe danni alla collettività.
Inutile ricordare a questi signori che proprio la mancanza della prima ha portato questo Paese ad avere (con la Grecia…ma guarda un po’) il più altro grado di evasione e corruzione d’Europa.
Purtroppo, lo dobbiamo ammettere con un pizzico di malinconia, non siamo più nemmeno un Paese di santi, poeti e navigatori.
Non lo siamo di santi (da tempo e sfortunatamente), di poeti, (se per farti pubblicare un libro di poesie devi avere qualche santo in Paradiso…e nel caso interviene il punto precedente) e di navigatori, sui quali dopo i noti fatti sarebbe meglio stendere un velo pietoso.
Però non siamo nemmeno un popolo di sfigati (come qualcuno ha sostenuto tempo fa), anche se, poiché la fortuna è cieca, ma la “sfiga” ci vede benissimo, se ci sono in giro certi rappresentanti dobbiamo ammettere che un po’ sfigati lo siamo.
Niente scoramento comunque.
Ammettendo quello che siamo o non siamo più, possiamo cambiare.
Iniziando noi stessi a rispettare regole, leggi e norme di convivenza civile (come pagare le tasse), per fare in modo che la futura classe politica sia espressione di una società migliore.
Perché, pur continuando ad essere un popolo che non deve aver bisogno di eroi (come recitava Bertolt Brecht), abbiamo assoluta necessità di avere almeno dei “galantuomini”.

Un caro saluto.

Johannes Bückler

Sabato 17 marzo 2012 -Corriere della Sera Bergamo. Leggi >>>>>