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giovedì 18 agosto 2011

Hanno chiesto di più a chi già dichiara di più

Caro Direttore,
ho deciso di disturbarla ancora. Ormai prossimo alla pensione e dopo aver lavorato tutta una vita tra le dichiarazioni dei redditi degli italiani, non posso rimanere in silenzio. In questi giorni, e per l' ennesima volta, si chiede un «contributo di solidarietà». Si è stabilito che ciò fosse a carico dei cittadini che superano i 90.000 euro e hanno definito «equo» il prelievo. Di equo questo provvedimento non ha nulla. I cittadini che dichiarano un reddito superiore sono una percentuale risibile. Perché solo 400.000 onesti dovrebbero contribuire mentre una parte rilevante, seppur più ricca, no? L' articolo 53 della Costituzione recita «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Perché nessuno si preoccupa di far rispettare quest' articolo? Sul suo giornale ieri è apparso un appello di quattro esponenti della maggioranza. Un tentativo di far digerire questa stangata (scusate, questa manovra) ai loro elettori. Una frase mi ha colpito. «Abbiamo chiesto di più a chi ha di più». Quello che hanno fatto è stato «chiedere di più a chi già dichiara di più». Adesso la saluto. Le sto scrivendo dal tavolino di un bar. Nel frattempo sono passati alla cassa decine di avventori. Scontrini? Zero.

Johannes Buckler

(Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. E come immaginerà non è scelto a caso).

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