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mercoledì 14 settembre 2011

Diritti e iniquità, la pensione della mia vicina

Leggi la lettera


Caro Direttore,
negli ultimi tempi si è parlato molto della necessità di toccare le pensioni per adeguarle agli altri Paesi europei. Quando Bückler sente parlare di adeguare questo, adeguare quello agli altri Paesi (vedi innalzamento dell’età) si pone sempre la domanda: «Come mai dobbiamo adeguare solo quello che fa comodo a qualcuno e il resto no: gli stipendi degli onorevoli alla media europea, quelli no vero?». Per quanto riguarda il tema delle pensioni o della richiesta di sacrifici in questo momento, chissà come, chissà perché, mi viene sempre in mente la vicina di casa, mia coetanea, in pensione da oltre 22 anni. Certo, mica ha fatto niente d’illegale, anzi. Ha approfittato di anni in cui i dipendenti pubblici godevano di un trattamento pensionistico estremamente favorevole. Potevano, infatti, andare in pensione dopo 20 anni di anzianità invece che i 35 dei privati, e le donne con marito e figli anche dopo 15. E non era finita qui. La giovane età consentiva quasi a tutti di intraprendere un nuovo lavoro e spesse volte in nero.

Perché dico questo. Parliamoci chiaro, i diritti acquisiti sono acquisiti. I contratti sociali vanno rispettati. Però, in un momento come questo, dove vengono chiesti sacrifici a tutti. Scusate, nella fretta ho sbagliato a scrivere. In un momento dove sono chiesti sacrifici ai soliti noti, non sarebbe il caso di chiedere un piccolo contributo, questo sì di solidarietà, alla mia vicina di casa e a chi come lei sta prendendo la pensione da oltre 22 anni sperando che la possa prendere per altri 30 o 40 anni?

Se io fossi un giovane che sta versando contributi, mi porrei la domanda: «Perché devo versare i contributi per pagare le baby pensioni, le super pensioni, le doppie e le triple pensioni? Perché devo pagare le pensioni di parlamentari che hanno lavorato in Parlamento solo pochi anni?» (sulla parola "lavorato" intravedo dell’ironia in voi lettori). Per quanto riguarda il contributo ipotizzato, se proprio non è possibile, qualcuno può dire alla mia vicina di casa di non mettere sempre la parola «equità» in ogni discorso che affronta? Grazie.

Un caro saluto.

Johannes Bückler

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