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mercoledì 2 gennaio 2013

Al voto tra speranze e certezze.


Se la prima Repubblica è caduta sotto i colpi della magistratura, l’unica certezza è che la seconda non sta morendo per un improvviso collasso, ma per lenta consunzione.
Alla sua dipartita resterà un inventario (fra l’altro già avviato) che presenterà i suoi passivi a chi si assumerà l’onere di guidare il Paese.
E come tutti sappiamo i passivi sono pesanti.


Mancano meno di due mesi alle nuove elezioni politiche.
La prima speranza: quella di poter vedere finalmente una campagna elettorale diversa.
Improntata sui contenuti, sulle soluzioni possibili, sul rispetto degli avversari, anche se le premesse non sono delle migliori.
In un Paese dove il calcio è lo sport nazionale (insieme all'evasione fiscale) non era difficile prevedere che anche la politica finisse per ammalarsi della stessa sindrome: quella da stadio.
Diciamo la verità. In Italia la politica è sempre stata terra di scontro.
Avete presente i talk show? Quelli dove sfidarsi, attaccarsi e insultarsi sono all'ordine del giorno?
Sì, proprio quelli.
Dove se qualcuno la pensa diversamente è un emerito cretino? Esatto.
Dove non c’è mai un dialogo costruttivo, mai uno scambio di opinioni che serva a crescere, a guardare le cose da altre angolazioni?
Dove se parla uno di destra per quelli di sinistra è un pirla. Se parla uno di sinistra per quelli di destra è un pirla.
Se parla uno del centro è pirla sia per quelli di destra che per quelli di sinistra?
Eppure per la legge dei grandi numeri uno non può avere sempre torto, ma neppure sempre ragione.
E sia chiaro, i tifosi della politica stanno a destra, al centro e a sinistra.
Sarà diverso almeno questa volta?

Una premessa: arrivato alla mia veneranda età mi sarei aspettato di avere pochi dubbi e molte certezze. Non è andata così e forse è un mio limite e l’età conterà pure qualcosa. Certo, sul rispetto delle regole, delle leggi naturalmente solo certezze. A cui si è aggiunta questa:

Euro 
Come ho già avuto modo di scrivere ero tra quelli che nutrivano molti dubbi sull'unione monetaria.
Qualcosa non quadrava.
Un tavolo senza la gamba politica, senza una vera politica monetaria, la fretta che aveva preso tutti in quel momento.
Ma accidenti, ormai siamo in ballo e trovo sbagliato e persino stupido non mettere in atto tutti i tentativi per tenere a galla la nave Euro.
Per questo non approvo e non approverò mai una campagna elettorale contro l’Euro e contro l’Unione Europea.
Da qualsiasi parte provenga.
Suvvia, non facciamo come al solito, non facciamoci notare per quelli sempre inaffidabili.
Sono passati solo pochi anni, abbiamo contribuito a creare questa Europa, abbiamo firmato trattati (va beh!), non facciamo sempre di quelli che alla prima tempesta e alla prima imbarcata d’acqua si gettano nelle scialuppe piuttosto che mettersi a lavorare di secchio.
Suvvia, un secchio a testa, dai.
Non è che va a finire che per salvare la nave, poi ai secchi ci devono andare sempre i soliti noti?

In conclusione : in questi ultimi anni troppo spesso mi è tornato alla mente un vecchio racconto maronita:
“Narra la leggenda che i sacerdoti di Bisanzio salirono sulle mura e dopo aver osservato sotto di loro l’esercito di Maometto II, si ritirarono in conclave e lì si accapigliarono, discussero, litigarono, si scontrarono…. su chi dovesse fare l’ambasciatore a Venezia.
L’indomani Bisanzio fu spazzata via.”

Detto che per fortuna Bisanzio è ancora lì, i “sacerdoti” avranno imparato qualcosa?
E, soprattutto, lo avremo imparato noi cittadini?

Un caro saluto

Johannes Bückler

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