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domenica 20 settembre 2015

Lobbisti all'attacco


17  luglio 1986
Arrivano alla spicciolata e con passo felpato escono dall'ascensore al quarto piano di Montecitorio. Sono gli uomini in grigio. Attraversano il lungo corridoio e si posizionano davanti ad una porta. Non una porta qualsiasi beninteso, ma quella della Commissione Bilancio.
E’ inevitabile. Nella legge finanziaria sta per essere ridimensionato fortemente il potere del management di Stato. Partecipazioni Statali con i loro fondi di dotazione che dovranno, una volta approvata la legge, essere sottoposti al parere preventivo del Cipe. Sono migliaia di miliardi e loro sono lì, in attesa dell’assalto. La preda? Il politico giusto. Una facile preda a dire il vero. Quelli manco sanno distinguere il richiedente onesto dal faccendiere patentato. E a dire il vero non è nemmeno la loro più grande preoccupazione.

Gli uomini in grigio sono molto allenati. Rincorrere deputati che entrano e escono dalle commissioni richiede corsa ed energia. E’ bello osservarli con le loro cartelle sotto l’enorme quadro del Folchi. Rappresenta “il sacco di Roma”. Solo una coincidenza? Chissà.

Troppo rumore. Dalla Commissione Bilancio è uscito il Presidente e ha fatto sgombrare il corridoio dai commessi. Cirino Pomicino non transige su queste cose.

Di regola il lobbista la spunta sempre. Succede raramente che un parlamentare rifiuti di ascoltarlo, più raramente che non lo assecondi. E’ incredibile come tutto sia ormai “lobbizzato”.

L’interesse generale? Dimenticato a favore sempre di interessi particolari, che a volte si contrappongono. Prendiamo ad esempio la legge sull’obbligatorietà del casco per i motociclisti. Da una parte gli uomini in grigio delle case, che producono motocicli, con i loro faldoni zeppi di dati, statistiche e grafici che dimostrano, a loro dire, come l’obbligo farà crollarle vendite. Dall’altra altri uomini in grigio con altri dati, altri grafici che dimostrano tutti i vantaggi di una maggior sicurezza.

Due fronti contrapposti e in mezzo il povero politico che spesso manco lo sa decifrare un grafico.

I dati. Un passo avanti rispetto a quando bastava una telefonata o una raccomandazione. Ora servono dati, dati e ancora dati. Quali e come rappresentarli te lo dice una società come la Burson-Marsteller. Mai più di 18 pagine. Chissà perché.

La gente pensa che un parlamentare, magari senza esperienza, possa entrare in una commissione con documentazioni complete e approfondite magari su un argomento di cui ha sentito solo parlare. Tranquilli. Ci pensa la lobby. “La lobby ti porta una documentazione mirata e completa. E se anche hai sentore che qualcosa non va, fatichi a uscire da quel dossier per procurarti i documenti che potrebbero convincerti a cambiare idea”. Chi lo ha detto? Ma sempre lui. Il caro Paolo Cirino Pomicino.

Qualcuno in Parlamento propone una riforma che può portare all'estinzione la categoria degli esattori privati? Ecco che scatta la lobby, che si incarica di chiamare il più grande esperto in pubbliche relazione per concordare con i più famosi docenti di diritto tributario il dossier da presentare ai politici giusti.

Spostare voti è la loro missione. A volte basta poco. Visentini propone i registratori di cassa? La lobby organizza gruppi per minacciare di spostare preferenze alle prossime elezioni.

La lobby militare insiste per avere dal Parlamento più tutele? Scatta la piena disponibilità per il trasferimento di figli, nipoti e amici, più vicino a casa durante la leva.

Ci sono poi gli agganci diretti.
L’associazione da cui proviene il politico per esempio. In fondo, sei finito a Roma grazie a loro e per fare i loro interessi.
La Coldiretti per esempio ha trentasette parlamentari. CAPISC' A ME.

Altro che destra  e sinistra. Le vere lobby sono trasversali. E sono quelle che contano, che decidono. Il partito dei professionisti per esempio. Pesa, eccome se pesa. Liberalizzazioni? E quando mai. Mai, appunto.

Vai in commissione Pubblica Istruzione e ti viene il mal di stomaco. E questo rappresenta i presidi, e questo i maestri, e quello gli insegnanti di educazione fisica. Il governo boccia l’aumento agli insegnanti? Non si sa come, ma si sa benissimo il perché, poi ti ritrovi il Parlamento che vota a favore dell'aumento.

Io appoggio te, ma mi raccomando, poi rendimi il favore.

E’ il mercato delle vacche. Gli interessi generali messi da parte. In fondo la tavola è grande e il cibo abbonda. Ma fino a quando?

Ricordate la legge che voleva limitare il potere al management pubblico? La legge passò, ma i numeri iniziali cambiarono, e di molto. I lobbisti erano riusciti a spostare un centinaio di voti a loro favore. Da tutti i partiti.
Come sempre.

Johannes Bückler


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