Disclaimer

Al fine di mantenere il blog nell'ambito di un confronto civile e costruttivo, tutti i commenti agli articoli espressi dai lettori verranno preventivamente valutati ed eventualmente moderati. La Redazione.

domenica 4 agosto 2013

Finanziamento pubblico ai partiti: cesserà o ci stanno, per l'ennesima volta, prendendo in giro?

Caro Johannes,
credo che tra le situazioni più odiose sopportate dagli italiani possa tranquillamente essere annoverato il finanziamento pubblico ai partiti. Rifiuto che e' maturato nel tempo, stante la tradizionale diffusa "ignoranza" e insensibilità ai problemi che riguardano la collettività.
Infatti, non e' sempre stato così, ce lo ricordiamo. Il primo tentativo referendario (1974) vide uscire sconfitta (non di tantissimo, peraltro: 43,6% contro 56,4%) la corrente che ne voleva l'abolizione. Tangentopoli, fortunatamente, lascio' il segno e la nuova consultazione referendaria (1993) vide prevalere in forma bulgara (90,3% contro 9,7%) la comune volontà di far cessare "lo scempio" distorsivo di risorse, meglio impiegabili, sopportato per troppo tempo. Ma l'Araba Fenice non smentì la propria fama e ci siamo ritrovati, nello stesso anno, i "contributi" per le spese elettorali.
Il resto e' storia di oggi. O farsa...?
Johannes, aiutami a capire. Pare che sia in elaborazione un modo per eliminare il "supporto" ai partiti con risorse dello Stato, lasciando ai privati tale incombenza. Sarebbe corretto definire questo nuovo modo di conferire risorse vitali ai partiti "passaggio del testimone dal pubblico al privato" se le modalità fossero le seguenti: chi lo desidera può erogare denaro ovvero altri beni ad un partito, fatta salva l pubblicità dell'operazione. Tutto qui.
Mi pare di capire che, al contrario, quella appena descritta e' solo la prima fase del nuovo sistema. La seconda fase prevede che il privato raggiunga l'obiettivo indicato vuoi tramite il destino mirato del 2 per mille, vuoi con detrazioni dalle imposte dovute (a regime, Ire e Ires).
Se ho ben inteso ciò significa che, immaginando un unico contenitore in cui affluiscono le imposte assolte da ogni contribuente, dallo stesso si aprirebbe un rubinetto pari al 2 per mille ovvero, in alternativa, si frapporrebbe all'ingresso un filtro (la detrazione) che diminuisce l'afflusso. Ma cosa ci stanno propinando?
Ci rendiamo conto che il "contenitore" e' il salvadanaio dello Stato e che, ovviamente, il nuovo sistema ricorre comunque alle risorse pubbliche per drenare quelle da dirottare nelle casse dei partiti?
Se il monte tasse/imposte che incassa lo Stato e' pari a 100.000 e da questo togliamo 10 da dare come contributo alle spese elettorali, allo Stato rimangono risorse da impiegare a favore della collettività dei suoi cittadini per 99.990.
Se a parità di gettito teorico consentiamo di diminuire quello effettivo con detrazioni pari a 6 e di prevedere la destinazione mirata (2 per mille) per altri 4, il risultato sarà sempre identico: risorse disponibili per i cittadini 99.990.
Johannes, dimmelo tu: dovrei rallegrarmi della rivoluzione che ci viene annunciata?
Confesso di avere qualche dubbio. Il gioco delle tre carte viene praticato anche nei salotti buoni, temo.
Un caro saluto a tutti

Samuel Adams

1 commento:

  1. Caro Samuel, l'ultima modifica sul finanziamento pubblico ai partiti è la legge n. 51 del 23 febbraio 2006. Recitava "l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva." Con quest’ultima modifica l’aumento dei soldi ai partiti è stato esponenziale. Nel 2006. Dagli stessi attori di oggi. Sì, direi che è il gioco delle tre carte.

    RispondiElimina