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lunedì 14 ottobre 2013

Messaggi sbagliati e creazione di equivoci.

Caro Johannes,
Alcuni giorni fa, Attilio Befera si e' accodato alla corrente di pensiero che ammette l'evasione per sopravvivenza.
Ne abbiamo gia' trattato, commentando le esternazioni di Fassina, inutile ripeterci. In questa occasione, peraltro, si deve mettere in evidenza come si sia pure scivolati, equivocando (a mio avviso consapevolmente) tra l'evasione e il mancato pagamento di un debito tributario già determinato.
Questo equivoco e' stato cavalcato anche dai media sulla scia di recente giurisprudenza che ha mandato assolti (penalmente) alcuni contribuenti che avevano omesso versamenti d'imposta a causa di insormontabili difficoltà finanziarie. Ovvio che non si tratta di evasori e che il debito non onorato prima o poi sarà saldato.
I giudici hanno solo sancito che, in determinate circostanze di forza maggiore, non pagare esclude il reato tributario, nulla di più. Tra l'altro, non si può che condividere detto orientamento che, ovviamente, non tocca per nulla la posizione (a volte penalmente rilevante, senza attenuanti) di chi occulta reddito tassabile.
Chi ha diffuso la notizia, peraltro, ha volutamente usato l'equivoca sfumatura di segnalare che "non c'è evasione se si e' in difficoltà". Niente di più falso e fuorviante!
Spiace dover nuovamente constatare che i messaggi che arrivano alla massa dei cittadini, non tutti dotati della sensibilità necessaria ai temi che ci stanno a cuore, tendono a creare uno stato di "confusione" che consentirà di continuare nella filosofia gattopardesca di far finta di cambiare per non cambiare nulla.
La vera lotta all'evasione richiede un clima "culturale" di tutt'altro spessore, ahimè.
Buona fortuna a tutti noi.

Samuel Adams

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