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giovedì 11 dicembre 2014

Migranti tra realtà e percezione.


Ci mancava pure la scusa di un presepe per scatenare l’ennesimo caso politico. Al grido di “salviamo i nostri valori cristiani”, Salvini è fiondato a Bergamo come novello Templare in difesa di Gerusalemme.
E’ chiaro che è l’ennesima strumentalizzazione politica.
Perché è facile chiedersi a quali “valori cristiani” facciano riferimento giacché poco tempo fa hanno portato gente in piazza per impedire l’operazione “Mare Nostrum”. Operazione che forse avrebbe impedito le recenti 18 morti al largo di Lampedusa. E al riguardo mi chiedo dove sia finito quel partito politico che al governo di questo Paese ha dato soluzione all’immigrazione facendo la più grande regolarizzazione di clandestini (più di 600.000).
E’ chiaro che queste strumentalizzazioni possono trovare terreno fertile in un Paese dove il “The Ignorance Index (uno studio dell’Istituto Ispos Mori per la Royal Statistical Society condotto in 14 Paesi) ha posto al primo posto per quanto riguarda l’indice d’ignoranza su alcuni temi facendo peggio di Usa, Corea del Sud, Polonia, Ungheria, Francia, Canada, Belgio, Australia, Gran Bretagna, Spagna, Giappone, Germania, Svezia.
Il rapporto mette in evidenza una cosa chiara: siamo il paese col più alto tasso di ignoranza per quanto riguarda i flussi migratori. Alla domanda “quanti sono i musulmani in Italia” la risposta è stata il 20% mentre quella corretta è il 4%. Alla domanda: “Quanti sono gli immigrati in Italia”, la risposta è stata il 30%. Quanti sono in realtà? Il 7%.
Eppure basterebbe leggere il recente “Dossier statistico immigrazione 2014” realizzato dall’IDOS per conto dell’Unar (l’Ufficio nazionale anti discriminazioni istituito dalla presidenza del Consiglio) per capire che queste strumentalizzazioni sono ormai triti e ritriti luoghi comuni.
Prendiamo per esempio gli irregolari rispetto al totale degli immigrati. Nel 1991 gli irregolari erano il 47%. Nel 2002 il 34% e poi 19% nel 2006, 17% nel 2008, 9% nel 2011, 7% nel 2012 fino al 6% del 2013.
Nel 2013 i visti per motivi di lavoro sono stati 25.683 per quello subordinato e 1.810 per quello autonomo. Mentre ben 76.164 sono stati rilasciati per «ricongiungimento familiare». Nel 2013 il più alto numero di richieste d'asilo è stato registrato in Germania con 127.000, seguito da Francia (65mila), Svezia (54mila), Regno Unito (30mila) e Italia (28mila).
Sul tema sicurezza, i dati elaborati dal 2004 al 2012 dalla Direzione centrale di polizia, dimostrano che gli immigrati delinquono meno degli italiani (il maggior numero d’immigrati in prigione è dato dal fatto che molti sono reati dipendono dal loro status d’irregolari).
Per quanto riguarda le spese, il contributo degli immigrati all’economia italiana è in attivo. Tra entrate e spesa pubblica c’è, infatti, un saldo positivo di 3,9 miliardi di euro (16,5 miliardi di euro di entrate per lo Stato a fronte di 12,6 miliardi di euro di spese). E ancora.
Gli immigrati contribuiscono in modo rilevante al pagamento delle pensioni degli italiani pur beneficiandone, data l’età più bassa, in maniera modestissima. Infatti, i versamenti dei contributi effettuati dagli stranieri (8,9 miliardi nel 2009), sono per larga parte destinati al pagamento delle pensioni degli italiani.
E’ chiaro quindi che gran parte del nostro senso della società in cui viviamo si basa su errate percezioni che spesso si scontrano con la realtà dei fatti. Questo scollamento ha ovvie implicazioni nel dibattito pubblico (spostano per esempio le priorità) e pone sfide reali ai politici.
Politici che, oltre a essere informati, devono essere quindi maggiormente responsabili.
Evitando quello che sembra ormai diventato un “modus pensandi” : “Perché cercare di capire, informarsi o impegnarsi a trovare una soluzione ai problemi quando basta trovare un capro espiatorio?”

Johannes Bückler

10 Dicembre 2014 - Corriere della Sera - Bergamo - Leggi >>>>>

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