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domenica 3 agosto 2014

Lettera aperta a corrotti e corruttori.


Carissimi,
naturalmente il “carissimi” non va inteso in senso affettivo (ci mancherebbe), ma solo per quanto ci costate ogni volta che vi occupate della cosa pubblica.
Perchè quando costruite una strada, un ospedale o anche una semplice galleria finisce sempre col costare qualcosa di più a noi contribuenti.
Tanto per cominciare vi ricordo che a causa vostra siamo al 69° posto nell’ultimo rapporto dell’Ong Trasparency International che stila la classifica mondiale della corruzione (calcolo effettuato dal Corruption Perceptions Index).
Siamo, e c’è poco da vantarsi, dietro l’Arabia Saudita, Ghana e Cuba. Sono certo che la cosa non v’impedisce di dormire sonni tranquilli (figuriamoci). Come non vi preoccupano certo gli strali di Papa Francesco che negli ultimi tempi ha fatto riferimento alla piaga della corruzione come un peccato tremendo. Forse un pochino il monito conclusivo che,  (vi ha ricordato) : “quando tutto finirà nessuno potrà portarsi dall’altra parte il frutto della corruzione”. E di là, fortunatamente, le bustarelle non funzionano, aggiungo io.
Perché “carissimi”, è bene che sappiate che il disprezzo della gente lo stanno pagando anche i politici onesti e le imprese che seguono le regole. E se all’estero ci definiscono come un’accozzaglia di fannulloni dediti alla tangente, è a voi che si rivolgono, e non ai milioni d’italiani che tutte le mattine si alzano rispettando leggi e regole di convivenza civile.
Comunque conosco già la vostra principale obiezione: la corruzione esiste in ogni parte del mondo. Eh già, come darvi torto. Esiste persino nella virtuosa Finlandia. Esiste in Cina e negli U.S.A., nell’integerrima Germania e persino nella lontana Australia. Però, con una piccola differenza. Quell’impercettibile (eufemismo) differenza che fa sì che siamo sempre in leggera controtendenza rispetto agli altri Paesi.
La differenza è che dalle altre parti, corrompono, si fanno corrompere, pagano e incassano tangenti, e i costi lievitano esattamente come da noi, ma alla fine dei lavori i cittadini si ritrovano con servizi degni di questo nome. In pratica non lucrano sull’inefficienza come fate voi.
Hanno una dignità, piccola piccola magari, ma ne hanno almeno una. E allora vi rivolgo un invito. Se proprio non riuscite a campare senza pagare o riscuotere tangenti (e questo è male), perché, quando costruite una strada, non lo fate come si deve invece di rifilarci asfalti che si sbriciolano dopo pochi mesi?
Se costruite un ospedale (dopo aver vinto l’appalto nei modi che ben sapete), perché non lo fate con tutti i crismi, senza che abbia bisogno di manutenzione ancor prima di essere inaugurato?
E se costruite una galleria, fate in modo che non piova dentro almeno a ferragosto; e illuminatele bene, rispettando la norma UNI 11095:2003 che alla voce, “luce e Illuminazione”, prescrive che: “le gallerie devono essere illuminate in modo da garantire il corretto livello di percezione visiva all’interno delle stesse” (e allora perché diavolo ci sono le pareti nere!!!).
E soprattutto, se costruite una scuola, fate in modo che il soffitto faccia il soffitto e rimanga dov’è senza finire sulla testa dei nostri figli.
Ecco, solo questo vi chiedo. E’ chiedervi troppo?
Converrete con me che, stando così le cose, il saluto finale non vi è nemmeno dovuto.

Johannes Bückler

P.S. Altra leggera controtendenza.
Nello Stato dell'Ohio un noto leader politico è stato arrestato per aver accettato soldi, omaggi e regali da imprenditori. Regali che riguardavano massaggi, lavori di ristrutturazione della casa, pasti al ristorante, servizi di limousine, orologi Rolex in cambio di favori. Lo Stato lo ha mandato in prigione  con la motivazione: «la condanniamo a ventotto anni di carcere (28, avete capito bene, 28 anni), non per i danni materiali recati alla collettività e alla nazione americana, ma per il grado di fiducia che per colpa sua i cittadini hanno perso nei confronti dello Stato»

3 Agosto 2014 - Corriere della Sera - Bergamo - >>>>>

Il Dottor Alberto Monteverdi, Dirigente Area Comunicazione - UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione mi scrive:
Carissimo Buckler,
desidero ringraziarla per avere evidenziato il ruolo delle norme tecniche volontarie come strumento per "fare bene le cose", il che non singnifica solo garantire prestazioni certe (ad esempio gallerie illuminate e tetti che non crollano) ma anche lavorare in modo sicuro, rispettare i requisiti di qualità, ridurre l'impatto sull'ambiente, etc.
Quello che i "carissimi" non immaginano, è che l'uso abituale delle norme tecniche volontarie comporterebbe degli effetti macroeconomici positivi, che potrebbero forse parzialmente compensare gli sprechi dovuti ai loro comportamenti.
Nei Paesi in cui il ricorso alla normazione tecnica è più diffuso e consolidato - Germania, Francia, Gran Bretagna - il suo contributo all’aumento del PIL (dovuto all'efficacia e all'efficienza indotte) è quantificato tra lo 0,3% e lo 0,8% e in Germania vale oltre 17 miliardi di euro.
Inoltre - a livello microeconomico - i dati di una ricerca ISO attribuiscono all'uso della normazione tecnica fino al 50% del fatturato aziendale e circa il 10% della redditività delle imprese che nella loro attività ad essa si riferiscono.
C'è quasi da sperare che i "carissimi" non lo vengano a sapere, altrimenti i costi aumenterebbero ulteriormente...

Restando a disposizione per qualsiasi futuro approfondimento, le auguro una buona estate.

Alberto Monteverdi

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