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martedì 13 novembre 2012

Equità? Una parola vuota.

Caro Direttore,
chiariamo una cosa: questo governo non è sceso dal cielo, non è spuntato da sotto un cavolo ed è sempre bene non dimenticare perché sta lì.
Oltretutto si è trovato a dover rispettare impegni e accordi firmati da governi precedenti.
Detto questo che dire.
Le tre parole d’ordine del decreto “Salva Italia” erano Rigore, Crescita ed Equità.
A oggi possiamo affermare che il rigore è stato fatto (questo è certo), la crescita è di là da venire e l’equità?
Beh diciamo che si è vista poco, anzi pochissimo.
Sul fronte fiscale, oltre a fornire nuovi strumenti alla lotta all’evasione si sperava in qualcosa d’inedito, qualcosa di forte.
C’è stata molta timidezza su alcuni temi, come a non voler creare troppo disturbo (vuoi mai).
C’erano i grandi capitali (soprattutto finanziari) da tassare?
“Mah, vediamo, potrebbero scappare, non è così facile, parliamone”.
Un provvedimento sui lavoratori dipendenti che con i pensionati pagano l’80% delle tasse detenendo solo il 30% della ricchezza?
Tac! Fatto, pronti via (te pareva).
C’èra da fare un accordo con la Svizzera per tassare i capitali degli evasori e recuperare almeno una parte di quei 120-150 miliardi esportati illegalmente da contribuenti italiani?
“Beh, aspettate. Non è così facile. Potrebbe sembrare un condono. E poi dobbiamo sentire gli altri partner europei”.
Un provvedimento sui pensionati (che con i lavoratori dipendenti pagano l’80% …..ecc.ecc….vedi sopra)? Tac. Più veloci della luce (Ma come, ma chi.. ma che diamine).
C’era da ridurre gli sprechi e i privilegi della politica?
"E questo cosa c’entra con il fisco?"
Ah giusto, scusate, come non detto (parolaccia).
Ho ormai la certezza che "l'equità” rimarrà (come sempre) una parola vuota usata solo all’occorrenza.
Non si è fatta nemmeno una cosa semplice: mettere per iscritto come e quando saranno utilizzate le risorse recuperate dall’evasione.
Bastava fare una semplice regola chiara : la Ragioneria Generale dello Stato stimi alla fine di ogni esercizio finanziario annuale l’ammontare dell’evasione fiscale recuperata.
Non solo. La stessa regola preveda che il recupero debba essere necessariamente legato in qualche modo alla riduzione della pressione fiscale.
Invece niente.
E cosa sta accadendo in questi giorni?
Un tempo a ogni finanziaria c’era, da parte della politica, il classico assalto alla diligenza.
Oggi le cose sono cambiate.
Infatti non si chiama più “finanziaria”, ma “legge di stabilità” (ah beh) e la diligenza (in tempo di crisi e rigore) somiglia sempre più a un carretto un po’ malconcio.
Ma ho come l’impressione che sempre d’assalto si tratti.
Il governo aveva proposto una riduzione di un punto delle prime due aliquote Irpef (seppur a saldo zero visti gli aumenti Iva e i provvedimenti sulle detrazioni).
Una riduzione delle tasse (per tutti) che negli ultimi anni è stata vista un po’ come il Santo Graal dei contribuenti.
Il sogno è durato poco.
Il Parlamento in un impeto di generosità (ma quale???) sta decidendo diversamente.
Non vogliono, non vogliono.
Quel “tesoretto” deve essere impiegato in altro modo (speriamo bene).
E’ pur vero che quella riduzione non avrebbe cambiato la vita ai contribuenti, ma sarebbe stato sicuramente un segnale forte, il primo dopo tanti anni.
Che dire poi della decisione di aumentare la copertura degli esodati. Tagliando qualche spreco? Qualche loro privilegio? Qualche loro agevolazione? E quando mai.
Prenderanno i soldi ai pensionati (sopra i 2883 euro).
Fa specie questo improvviso risveglio della politica da un torpore che l’ha contraddistinta in questi mesi.
Che l’avvicinarsi delle elezioni conti qualcosa? (sich!).
Che la politica voglia tornare a riappropriarsi (finalmente) del ruolo che le compete?
Ben venga. Ma, se queste sono le premesse, con calma, senza fretta.
Un caro saluto
Johannes Bückler

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