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giovedì 1 novembre 2012

Pretendiamo trasparenza.


Caro Direttore,
le vicende della Regione Lazio e della Regione Lombardia (quando si tratta di corruzione e malcostume l’Unità d’Italia è fatta da tempo) hanno evidenziato un grave stato di alterazione politica e morale.
Giusta l’indignazione da parte dei cittadini e sacrosanta la richiesta di maggior trasparenza.
Infatti. Detto, fatto.
A Treviglio metà del consiglio comunale si rifiuta di pubblicare i propri redditi.
Che sia un dovere morale verso i cittadini, prima ancora di essere un obbligo di legge, poco importa.
E che qualcuno non osi pensare che la motivazione possa ricondurre al fatto di essere quasi tutti delle Partite Iva.
In un Paese dove l’80% delle tasse le pagano pensionati e lavoratori dipendenti a chi verrebbe in mente questa idea così sgangherata (sich!).
Di fronte all’incapacità (da parte dei nostri rappresentanti) di capire quanto siano lontani ormai dalla realtà, cosa possiamo fare noi cittadini?
Con l’avvicinarsi delle elezioni (regionali e politiche) quali mezzi possiamo mettere in campo per scegliere nel modo migliore i futuri rappresentanti?
Seppur auspicabile, comprendo che sarebbe troppo chiedere per una volta di non votare in base all’ideologia, ma in base alla capacità del politico (qualunque esso sia) di risolvere i problemi.
Ma pretendere una totale trasparenza, quella sì.
Chiediamo quindi a ogni candidato di mettere on-line (prima delle elezioni e durante tutto l’eventuale mandato) tutta la propria situazione patrimoniale.
Redditi, (comprensivi di agrari, fabbricati, lavoro dipendente e assimilati).
Diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri.
Azioni di società o quote di partecipazione. L’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società.
Inoltre. L’elenco di tutte le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale.
Nessuno deve aver paura di uscire allo scoperto rendendo pubblico ciò che ha guadagnato onestamente.
Nel caso qualcuno non fosse disponibile nessun problema.
Non faremo altro che votarlo immantinente senza aspettare le elezioni: ci mettiamo una croce sopra e chi si è visto si è visto.
Una volta eletti chiediamo loro di pubblicare presenze, svolgimento dei lavori, stipendi, emolumenti, consulenze, risultati.
Facciamo almeno questa cosa semplice.
Pretendiamo maggior trasparenza.
Diversamente, è inutile affannarci a cercare i veri colpevoli di un certo tipo di politica.
Per trovarli basterebbe poco.
Un po’ di onestà e soprattutto uno specchio.
Un caro saluto
Johannes Bückler

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