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lunedì 24 settembre 2012

Condivisione e proposte.


Egr. Sig. Bückler,
ho letto la sua Lettera “La ricchezza degli italiani e i tesori (nascosti) al Fisco” pubblicata sul Corriere della Sera venerdì 21 settembre 2012.
Vorrei esprimerLe un mondo di condivisione rispetto a quanto da Lei denunciato, ma pare ovvio e scontato, dal momento che appartengo a quella maggioranza di salariati (con speranza di conservare nel tempo il proprio lavoro…) dai cui redditi lo Stato preleva il necessario per il sostentamento della nostra Società.
Piuttosto desidererei chiederLe, con grande umiltà, se potesse fare da eco ad una semplice (oserei dire quasi “banale”) proposta per indicare una possibile strada – quanto mai lapalissiana – per cercare di far “contribuire” tutti al sostentamento della nostra Società.
Taglio corto, risparmiandole retorica e divagazioni introduttive – persuaso del fatto che se vorrà/potrà pubblicizzare quanto segue, saprà farlo certamente meglio di me -: eliminiamo – magari progressivamente – il danaro contante, facciamo in modo che tutto il “danaro” utilizzato per acquistare/remunerare qualsiasi cosa (dai titoli di borsa al pane, dalle prestazioni di artigiani, liberi professionisti alle prostitute, dalla frutta e verdura delle bancarelle del mercato alla droga, dalle ripetizioni degli insegnanti alla questua etc etc etc) possa essere “tracciato” e come tale rintracciabile (da chi spende a chi guadagna), dando mandato e possibilità al Fisco di interrogare tutti i movimenti bancari per accertare l’entità dei “flussi” di danaro che vi transitano, da dove originano a dove finiscono.
Ritengo che con le tecnologie attuali tutto ciò sia più che possibile, non so quanto semplice, ma certamente possibile.
Fatto ciò, potremmo eliminare tasse, IVA, accise varie e stabilire dei criteri di prelievo fiscale più equi e distribuiti, funzione degli effettivi redditi, magari con esenzioni per gli investimenti in ricerca e sviluppo etc etc etc.
Certo, occorrerà progressivamente aiutare le persone anziane o le persone meno preparate all’uso dei bancomat e carte di credito, occorreranno disposizioni normative a sgravio dei costi per l’uso di tali strumenti etc etc (quisquilie in rapporto all’enorme gettito che riemergerebbe dal “sommerso”).
Parallelamente occorrerà far riemergere – e qui probabilmente risiede uno degli aspetti nevralgici della rivoluzione – importanti, per volumi di danaro sottratti dalla tassazione, “traffici illeciti”, per citarne un paio ad esempio: prostituzione e droghe.
Inutile incagliarsi sulle solite questioni moralizzanti di filiazione cattolico-cristiana o altro: droghe e mercificazione del sesso accompagnano l’uomo dacché esiste sulla terrà e finché razza umana sopravviverà.
Non ci si può porre come unico obbiettivo quello di perseguire tali attività, relegandole al “sommerso” e come tali assicurando enormi e cospicui introiti alla malavita e non vado oltre….
L’obbiettivo che una Società matura, come quella in cui dovremmo trovarci, si dovrebbe porre è quello di educare i giovani a costruire e proteggere la propria libertà e a trovare ricreazione, soddisfazione e appagamento nello studio, con il lavoro, nell’amicizia, con lo sport etc etc.
Dopodichè se un adulto scientemente e coscientemente decide ugualmente di far uso di stupefacenti o di trovare/offrire sesso a pagamento deve poterlo fare pagando il proprio contributo alla collettività, in modo che la stessa disponga delle risorse necessarie per eventualmente curarlo quando e se ne avrà bisogno.
Non mi dilungo oltre (di dipendenze ed alienazioni umane v’è ne sono tantissime, spesso con epiloghi tragici e costose per la collettività, forse potenzialmente poco redditizie per la malavita, o forse non “sottraibili” dal comune commercio….)
Basta con numeri e percentuali, basta con la esausta caccia alle streghe di chi porta i soldi nei paradisi fiscali o li tiene nascosti nel materasso, se volessimo colpire gli evasori e far pagare anche a loro un giusto contributo potremmo farlo sollevando la coperta che – con la connivenza della classe politica e dirigente generale di tutto il paese – viene abilmente tenuta sottesa sul mondo “sommerso”, sollevando di tanto in tanto un “lembo” giusto per illuderci che “lo stato”, “la democrazia” etc etc stiano combattendo…
Eliminate il danaro contante, tracciate i nostri conti - chi guadagna soldi onestamente non ha alcunché da temere - solo così si potrà arrivare ad una più equa ripartizione del “contributo” (non lo chiamerei più a quel punto “tassazione”) sociale.
Con tutto ciò, chi avrà comunque voglia o possibilità e capacità di lavorare di più o di esprimersi in lavori più particolari e difficili o complessi (medici, attività professionali di alto livello etc) potrà comunque guadagnare di più: non è una politica di appiattimento e livellamento della società, né una falsa meritocrazia… solo una “trasparente” ridistribuzione della contribuzione al sostentamento della Società, che va cmq risanata sotto tanti altri aspetti (sprechi, efficienza etc etc).
Poi se proprio qualcuno vorrà eludere le tasse, cosa sarà mai un pollo o una dozzina di uova offerti in cambio di una lezione privata, piuttosto che di una riparazione idraulica o una detartrasi….. Forse torneremo a misurarci con “valori” reali delle nostre attività….
Nella speranza che quanto sopra non resti lettera morta, ma possa arricchirsi dell’opinione altrui e quanto meno trovare un giusto eco che aiuti a destare le persone dal torpore delle ovvietà a cui siamo assuefatti… cordialmente La saluto e La ringrazio.
Andrea Ponzio

2 commenti:

  1. Condivido appieno quanto scritto. Proposta già avanzata qualche mese fa da Milena Gabbanelli in una puntata di Report. La proposta è geniale. Ciò che al momento manca è la volontà (non la possibilità) di attuarla. Necessariamente per gradi. Neanche il prof. Monti, che ha "preso nota" della proposta Gabanelli per l'eliminazione del contante, si è finora dimostrato seriamente interessato. Girolamo A.

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  2. Nel nostro Paese quello che non manca sono proprio le soluzioni. Non fosse altro che in 2000 anni tutto ciò che è intelligente è già stato pensato. Quello che manca è la volontà. E purtroppo senza quella...

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