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giovedì 22 dicembre 2011

La favola di Esopo.

Ciao J. B.,
ricordi la favola di Esopo del lupo e dell'uva?
L'uva da cogliere era alta, non riuscendo a prenderla il lupo disse a se stesso per evitare rimorsi di impotenza..è cattiva!
Mi spiego meglio, l'uva è il denaro, la liquidità che servirebbe a rimettere in moto l'economia.
Il lupo sono le banche aguzzine dell'imprenditoria in genere, poiché hanno sperperato tutto il denaro circolante con i loro giochetti di borsa, non hanno liquidità loro stesse per prime, non riescono a procurarselo, dicono alle imprese"non ti do' nulla perché non sei capace di farmi un piano credibile di rientro di ciò che ti ho prestato e che mi devi restituire !!
Sei un imprenditore incapace e che non merita aiuto"
E con questa scusa si lavano come Ponzio e Pilato le mani e hanno coscienza pulita perché sono libere e autorizzate di fare alto e basso quello che vogliono, altro che sostegno all'imprenditoria in crisi!
Alla faccia di Monti e del governo tecnico anti-crisi cosi' si stanno comportando le banche con noi imprenditori, ci stanno mettendoci dentro dei sensi di colpa, che siamo degli incapaci, che non siamo in grado di programmare e gestire le nostre aziende e il nostro futuro economico.
Con le loro pubblicità ingannevoli, libere di applicare tassi e spread a loro discrezione, libere di far rientrare affidamenti, libere di far chiudere le nostre aziende se siamo in difficoltò a onorare mutui accesi quando l'economia girava a mille, libere di costringerci a licenziare i nostri dipendenti per far quadrare i nostri bilanci depredati dai loro interessi e dai loro mancati sostegni,cosi' le banche ci stanno umiliando.
Comportamenti legalizzati da un governo sia di prima che di adesso incapace di imporre regole e comportamenti di sostegno a una categoria economica che non può essere giudicata con le regole di ieri.
"Sei calato di rating, non sei in regola con i tuoi piani rientro, perché il tuo fatturato è sceso del 30-40% ?
Vuol dire che non sei capace fare il tuo lavoro!"
Questo dicono per motivare i loro no, ma non leggono i giornali o non guardano televisione questi banchieri?
Ieri non esiste più, quello che era valido ieri oggi deve essere rianalizzato soprattutto come capacita' restitutiva in base ai nuovi fatturati e scenari imprenditoriali che sono di fatto cambiati .
Le banche hanno comportamenti da usurai con noi che diamo lavoro, con noi che dovremmo dare tranquillità ai dipendenti, con noi che dovremmo pagare tasse, contributi, far girare economia, rimettere in moto la liquidità delle famiglie.
Le banche ti dicono e scrivono sui media.."noi siamo dalla vostra parte,per i prestiti a sostegno aziende ci siamo,dateci un business plain credibile e dimostrabile di come ci restituirete quello che vi prestiamo e anche se i tassi da pagare li decideremo noi, noi ci siamo al vostro fianco, la crisi sta per finire e le borse volano".
Cosi' avevano detto anche all'imprenditore che si è sparato alla testa la scorsa settimana, noi ci siamo per risolvere i problemi di liquidità, ma vogliamo garanzie precise e puntuali di come restituirete.
Ma quando le banche hanno sperperato milioni e milioni di euro con la finanza virtuale, sapevano che bruciavano i portafogli di mezza Italia?
Sapevano prevedere il futuro?
Sono coscienti oggi dei loro errori di gestione che ci stanno mettendo in ginocchio oggi?
Quali organi di vigilanza dovevano intervenire per evitare quegli sprechi di risorse vitali dell'economia del nostro paese?
Da questo capisci l'assurdità della richiesta' delle banche agli imprenditori.
Chi puo' dare risposte sul futuro,su come evolverà la crisi, di come girera' nel prossimo anno l'economia?
Oggi presentano il conto a noi dei loro misfatti.
Se Monti non si muove a imporre alle banche di sedersi a un tavolo con ogni imprenditore e rianalizzare mutui e affidamenti non con il metro di ieri ma con la realtà di oggi, sara' la fine per tante aziende, altro che pessimismo, questa' è vita vera e realtà.
Se le aziende non girano, non girano nemmeno risorse per pagare le tasse e il pagamento dei costi sociali.
Ciao

un Bückler padano

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