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martedì 31 gennaio 2012

Ancora sul credito delle banche.


Pubblichiamo la risposta di un nostro amico Bückler alla lettera pubblicata sul Corriere della Sera "Ecco cosa facciamo per non strozzare il credito" da parte di Presidenti Associazioni Nazionali Banche.
La potete leggere qui : >>>>>>

Purtroppo leggendo la lettera inviata a firma dei vari Presidenti di Federazioni, Associazioni e Istituti Centrali, in risposta all’articolo pubblicato sul Corsera da Dario Di Vico, ho riscontrato tanta verità in ciò che dice Di Vico e tanti numeri (attendibili?) e tante belle ipotesi nella lettera dei banchieri.
Conosciamo bene il loro mestiere, i loro interventi sui mercati, molto attenti alla speculazione e ai centesimi di tasso da spuntare.
Messi di fronte a casi sensibili o poco remunerativi, non si fanno scrupolo di negare aiuti o sostegni.
Il sistema PMI che in questo particolare momento necessitava di una maggiore attenzione da parte del sistema bancario italiano, è stato abbandonato a se stesso.
Molti imprenditori hanno dovuto lasciare o dismettere la propria attività, lasciando a casa tanti dipendenti, con moglie e figli.
Qualcuno è arrivato al gesto insano del suicidio. Farei notare ai super manager e ai responsabili delle varie Associazioni (l’ABI, l’ACRI, la FBCC, l’ANBP)la risposta data alla richiesta della categoria imprenditoriale: si sono voltati dall’altra parte.
Le aziende non potevano essere più accreditate come era successo fino ad allora.
Oggi fare banca in Italia è difficile, sono d’accordo, però possibile.
Se i nostri banchieri cambiassero stile e usassero un diverso approccio nei confronti di coloro che hanno bisogno di risalire la china, forse sarebbero più apprezzati e meno odiati.
Oggi fare impresa in Italia è quasi impossibile.
Purtroppo i nostri imprenditori, per sopravvivere, sono costretti a delocalizzare.
L’alternativa è l’elusione o l’evasione fiscale, inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro, avere dipendenti o operai in nero, non assicurati e non conosciuti all’INPS.
Per continuare magari ci si rivolge anche agli usurai.
Mi scuso per lo sfogo, ma leggere rimbrotti nei confronti di chi scrive il vero, che fotografa esattamente com’è lo scenario, lo ritengo eticamente non corretto.
In questo particolare momento il sistema bancario dovrebbe avvicinarsi di più al sistema PMI. Invece cosa fa: si scatena contro di loro, negando linee di credito e applicando tassi di interesse molto vicini a quelli dell’ usura.
Forse la Banca d’Italia racconta frottole quando pubblica i suoi “Bollettini Economici”? (consulta non a caso l’ultimo n.67 del 17/01/2012 leggilo qui).
Credo che oggi sia una delle poche, se non l’unica, Istituzione attendibile su quanto viene analizzato e pubblicato.

Cordiali saluti.

Rino Impronta

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