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domenica 2 ottobre 2011

Italia 150: all'Aquila convegno sul Fisco. Tasse, Befera "Serve cambio culturale"

Niente di nuovo e geniale, Sig Befera, nella lista delle sue innovazioni e intuizioni.
Le cose che dice Lei il povero cittadino le ha dette 20, 15, 10 anni fa. Sono passati almeno 20 anni da quando scrissi sui quotidiani che l'amico medico aveva ristrutturato un rustico in "economia" ricavandone una villa ed aveva ottenuto l'abitabilità senza esibire uno straccio di fattura, che non aveva ovviamente. Fu vera economia per lui, economia di tasse, e danno per l'erario e per la collettività. Scrissi delle Assicurazioni che rimborsano danni sulla base di semplici preventivi che non diventeranno fatture, scrissi degli artigiani che i servizi resi a privati in nero li fatturano a ditte, a fine anno, in modo da risultare congrui agli studi di settore, così si trasferisce il reddito tassabile dalle ditte agli artigiani e l'iva diventa partita di giro. Altro non dico perché temo mi manchi l'interlocutore.
Certo che se i miei fossero "ragli d'asino", altrettanto potrei dire delle sue esternazioni, e con fondate ragioni, ma non lo dico per rispetto. E poi soprattutto, nemmeno Lei, Sig. Befera, ha capito che la regolarità a valle, nella catena della produzione, favorisce la regolarità fiscale a monte.
Se il cittadino compra con scontrino l'esercente deve comprare con fattura e perfino regolarizzare la commessa, per ragioni di conto economico ben note ai contabili. Altrettanto dovrebbe fatturare il produttore che vende al grossista e così via, risalendo la corrente fino alla materia prima.
Ci aveva mai pensato, Sig. Befera? Chi prima di Lei certamente no, sennò si sarebbe imposto al consumatore, pena sanzioni, di uscire dal negozio e dal bar con lo scontrino fiscale.
Temo che ai vertici della nostra struttura statale della finanza ci siano soggetti non adeguati al ruolo.
Invece ai politici queste manchevolezze si possono perdonare per motivi prettamente elettorali...

Giorgio

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